sabato 29 novembre 2014
Leggi e ti vergogni: ma stavolta per l'Autore. Malpelo non esclude che possa capitare anche a chi lo legge, ma altro è irritarsi, altro dissentire e protestare e altro… vergognarsi. Giovedì nel suo "Il Riempitivo" (Foglio, p. 4) Pietrangelo Buttafuoco è tutto una esecrazione: «Quattro preti di strada, ovvero di moda e in voga, sono stati reclutati dalla tv per predicare il vangelo». Lui li elenca impavido – «Don Vinicio Albanesi, don Luigi Ciotti, Don Maurizio Patriciello (quello della Terra dei fuochi) e don Gino Rigoldi» – e reagisce secco: «Dio ce ne scampi!». E già. Per lui infatti niente di nuovo: «Non è una grande rivoluzione», ma «solo una ruffianata».E perché? Perché secondo lui questi, proprio questi, «sono stati sempre in tv… ospiti di Fabio Fazio», in realtà sempre «potenti» e «testimoni dell'unico verbo a tutti loro caro, il pensiero unico». Leggo e ricordo: 40 anni orsono Michele Pellegrino, arcivescovo di Torino, quello della lettera "Camminare Insieme" e della "Parresìa" – una vera rivoluzione in prospettiva – mi porta alla cascina di Murisengo per incontrare don Ciotti, allora all'inizio di un'impresa che è mai finita: servire gli ultimi, nei quali "il Verbo" si è incarnato e si incarna. A me pare che valga, variando via via, anche per gli altri tre. E Buttafuoco? Butta ciò che può: e non pare oro. Altri fuochi che bruciano dentro… Non si capisce perché, non si capisce a che scopo fiamme polemiche per "riempire" uno spazio che resta desolatamente vuoto di senso, salvo il sospetto di qualche frustrazione. Lui, Buttafuoco, ora lo leggi anche sul Sole 24 Ore, magari con elogi voluti, e neppure velati, per altre religioni. Vorrebbe altro, forse. Protesta, ma qui il suo sasso lo tira nel posto più sbagliato possibile. In questo perfetto: tu leggi e ti vergogni. Per lui.
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