giovedì 9 aprile 2020
Provocazioni. La prima: Sul nostro “Luoghi dell’infinito” (p.9: “L’essere e il nulla”) Maria Cristina Dobner richiama l’incipit di tutto: «Elohìm disse “Sia la luce!” E la luce fu». È il passaggio dal “caos” al “cosmos” ordinato. Racconto di fantasia e “mito” delle origini? La seconda: su “Repubblica” (6/4, pp. 31–32) «Miti e riti» con il bel saggio di Siegmund Ginzberg che racconta la Pasqua ebraica all’origine, nell’Esodo, «tra epidemie e catastrofi ambientali mai così attuale». Miti? Domanda: quali? Nella rivelazione ebraica e cristiana trovo – sarà colpa mia! – solo fatti. Li posso prendere sul serio o ritenere fantasie inventate, ma niente di “mitico” nel senso del ricorso al religioso per capire realtà sconosciute. E allora torno alla prima provocazione. Racconto biblico della creazione? Leggo alla lettera il testo di seguito: quattro operazioni di separazione tra luce e tenebre, tra acque di sopra e di sotto, tra acque di sotto e terra, tra terra e specie viventi, e con esse altre quattro di riempimento – luce riempita di sole e di stelle, acque di sotto e terra riempite di viventi, pesci, piante e animali, e infine una, la nona, di composizione: dal fango l’uomo e la donna... Uno schema per le imprese, nove, di “Elohìm”, quattro di separazione e quattro di riempimento: dalla prima e di seguito fino all’ottava, la terra arida riempita di animali e piante e infine alla nona, con la “creazione” particolare dell’uomo e della donna. Una favola? Un mito? A pensarci bene, no! È il racconto del sapiente, del padre, o del nonno per mettere bene in testa al bimbo che Lui, “Elohìm”, il Signore, ha creato davvero tutto. Per capirci un paragone: “Trenta giorni a novembre, con april... etc.”: per far ricordare ai bimbi i diversi mesi. O “Ma con gran pena le reca giù”: per non dimenticare le nostre Alpi... Quasi elementare!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI