sabato 25 novembre 2017
Pagine in disordine... Ieri (“Repubblica”, p. 52) l'intellettuale algerino Kamel Daoud dopo aver scartato ogni altra soluzione soprattutto se “religiosa” sul senso della vita, espone la sua ricetta sicura: «Scrivere è l'unico stratagemma efficace contro la morte». Sarà anche un po' vero, ma pare poco consolante, posto che tutti si muore e quasi tutti non scrivono. Trovo lì (p. 12) anche l'accorata proposta di Luciano Canfora, intellettuale rigoroso e rispettabile: «La rivoluzione ci parla ancora. La sinistra adesso difenda i deboli». Due “ricette”: la scrittura e la rivoluzione come difesa dei poveri. E la religione? Quella ebraico cristiana come “Scrittura” – con la S maiuscola – pare proponibile anche con la «difesa dei poveri». Per qualcuno, è noto, «Dio è morto». Ma pare di no! Sempre ieri, sempre in pagina un po' gridata leggo che «L'uomo di oggi è il più religioso di sempre». Da un eccesso all'altro! E non finisce qui, sempre “Repubblica” (p. 12) leggo: «I sindacati dal Papa», con proclama: «Le parole del Papa e della Chiesa sul lavoro sono in sintonia con quanto diciamo noi». Ed eccole, le parole del Papa rivolte alla fraternità dei Francescani accanto a lui in gran numero: «Vivere andando incontro a Dio, all'umanità, al creato». Già: l'unico modo credibile – “Scrittura” alla mano: si consoli Kamel Daoud! – di resistere al nulla è riconoscere Dio nell'umanità di ogni prossimo, a cominciare dai “deboli” – si consolerà, forse, anche Canfora – e insieme “camminare” nella vita ogni giorno. Vale non solo per i francescani: «Aprite i vostri cuori e abbracciate i lebbrosi del nostro tempo»! Rileggo e torno all'inizio, a quelle “pagine sparse in disordine” che così paiono anch'esse “tessere” di un mosaico antico e sempre nuovo proposto come «unico stratagemma efficace contro la morte». Bella sorpresa!
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