martedì 29 ottobre 2019
La cultura, anche quella archeologica, a Napoli restituisce alla gioia dei cittadini i suoi monumenti dimenticati. Nei giorni scorsi il gioiello degli Scavi di Ercolano è tornato a splendere ai raggi del sole e ad aprire il proprio ingresso a turisti e a studenti. Si tratta della Casa del Bicentenario, così detta perché il suo disseppellimento dalle lave del Vesuvio avvenne nel 1937, a duecento anni dall'inizio dei lavori per riportare alla luce l'abitato romano. La "domus" infatti si estende su tre piani per una superficie totale di ben 500 metri quadrati ed era chiusa ai visitatori dal 1983, quando dissesti alla struttura dell'edificio determinarono l'esclusione della più bella villa di Ercolano antica dal novero dei monumenti visitabili. I lavori di consolidamento strutturale non sono del tutto ultimati ma è possibile, attraverso il peristilio, accedere al primo piano, lì dove si conserva il cuore misterioso di tutta la costruzione: su una parete del primo piano, è raffigurata una piccola croce che gli archeologi del passato hanno creduto cristiana e conservatasi perfettamente dopo l'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. Il fatto che il direttore del Nuovo Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, precisi che si tratti dell'impronta lasciata da un oggetto di arredamento non diminuisce per i visitatori il fascino e il mistero di quel simbolo.
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