venerdì 25 agosto 2017
Pompei e i suoi Santuari: un capitolo inedito della storia prima del 79 d.C. ricostruito attraverso le offerte votive nelle aree sacre (Santuario di Apollo, di Atena e Ercole, Capitolium) e in particolare nel Santuario extraurbano del Fondo Iozzino, frequentato per un lungo periodo che va dal VI secolo almeno fino all'inizio del I secolo a.C. Oggetti provenienti da tutto il Mediterraneo, tra cui armi, gioielli offerti come voto per i momenti più salienti della vita: il passaggio dalla fanciullezza all'età adulta, il matrimonio, il primo figlio, l'iniziazione alle armi.
L'aspetto eccezionale dei ritrovamenti riferibili all'età arcaica nel Santuario extraurbano è costituito dalla notevole quantità di vasellame in bucchero con iscrizioni graffite in lingua etrusca che rappresenta il più grande corpus di iscrizioni etrusche fino ad ora rinvenuto in un unico contesto in Italia meridionale. Il vasellame in bucchero era utilizzato per l'offerta alle divinità pagane di vino rosso e bianco o infusi d'erbe.

Le iscrizioni rivelano i nomi degli offerenti, etruschi provenienti anche dalla Toscana, e della divinità, il dio "apa", "padre", forse Giove Meilichios. Accanto a queste iscrizioni ci sono anche numerosi segni graffiti come croci, stelle a cinque punte, asterischi, alberelli. Insieme a queste offerte sono stati rinvenuti anche altri manufatti provenienti da tutto il Mediterraneo antico: ceramica a vernice nera dall'Attica, vasi per profumi da Corinto, contenitori per unguenti dal mondo ionico e coppe etrusco-corinzie, in un corpus archeologico di grande pregio e ora da valorizzare.
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