mercoledì 16 dicembre 2009
Ieri tutti i giornali si soffermavano sul «lato oscuro della rete», ove impazzano minacce e insulti. A me di recente è stato segnalato un blog che propone un «risponde Corrado Augias» e spiega l'attuale severità di Benedetto XVI con " alla lettera, Ndr ": «Ratzinger vuol far dimenticare di essere stato proprio lui responsabile dell'occultamento dei crimini cattolici di pedofilia contribuendo ad emanare, quando non era ancora stato scelto come pontefice, la "Crimen sollicitationis", il documento» (del S. Offizio, Ndr). Leggi e non sai se attribuire ad Augias una calunnia simile, ma ricordi che quel documento ha la data del 16 marzo 1962. Allora Ratzinger era un giovane teologo bavarese, gran fama di modernità e apertura, che sette mesi dopo fu presente al Vaticano II come «esperto» del cardinale di Colonia, Frings, e al S. Offizio, a Roma, arrivò solo 18 anni dopo! Davvero «lato oscuro»: si scrive, si calunnia, si diffama e la cosa va " anzi è andata! " impunemente su tanti giornali! Ultima nota, personale. Ieri Augias, sempre in tema, su "Repubblica" (p. 33: «Il Vaticano di fronte ai preti pedofili») mettendomi accanto al «cardinale di Vienna Schoenborn» cita una mia recente intervista sul tema dell'esercizio del ministero presbiterale collegato alla legge storica del celibato, che in realtà col problema pedofilia non c'entra niente. Tra i pedofili, nel mondo, i celibi non sono certo maggioranza! E allora? Allora, forse a sorpresa, ha ragione Aldo Grasso ("Il Foglio", 11/12, p. 1) a scrivere che dal punto di vista culturale «Marzullo è molto meglio di Augias, più genuino». E con meno veleni!
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