mercoledì 22 giugno 2016
Un "appello di gusto", a quanto pare, non è caduto a vuoto: lunedì, dopo una settimana, il premier Renzi ha ricevuto a Palazzo Chigi Massimo Bottura, che s'era aggiudicato il primo posto fra i 50 migliori ristoranti del mondo. Solo che la fotografia di Bottura con Renzi pubblicata ieri su tutti i giornali era talmente fuori luogo sotto i titoli di commento delle recenti elezioni che vien da ripetere un antico adagio: «Ogni cosa al suo posto». E soprattutto nel momento giusto. La politica è sotto choc. E paga il pegno dell'autoreferenzialità da una parte e dello scollamento con le periferie, quasi che il tempo mancato di un dialogo con la gente abbia prodotto due linguaggi paralleli, anche attraverso strumenti e luoghi diversi. Lo chiamano cambiamento,ma è stato indotto da troppo scetticismo e anche da scarsa fiducia nelle istituzioni. Detto questo, un consiglio lo avremmo anche questa settimana: per il ministro Martina e il premier Renzi. Un giorno la settimana andrebbe dedicato ad andare a vedere chi e come ricostruisce l'Italia. Il compito è facile, visto che siamo in provincia (ahi le province non ci sono più o meglio, non si capisce ancora) di Bergamo. Il luogo è Oltressenda Alta, località Valzurio, laterale della Val Seriana. Qui, da cinque anni, due ragazzi usciti dall'Università di Agraria hanno deciso di ricostruire un borgo del 1500, Contrada Bricconi, e di attivare l'allevamento di vacche di razza Grigio Alpina. Poi hanno iniziato a produrre formaggio, il mitico stracchino a munta calda, e ora puntano all'agriturismo, con la prospettiva di dare ospitalità completa. Ecco, tutto questo, che è microeconomia, diventa un presidio importante su una porzione di territorio altrimenti destinata alla voracità del bosco. Questi ragazzi hanno inseguito un sogno, puntando su di un mestiere, ma attratti dalla bellezza degli angoli più reconditi del Paese. E quanti, in questi anni, si legge sui recenti rapporti economici, hanno scelto la periferia anziché la città per esprimere una vocazione professionale? Eppure la periferia è quel lembo delle città, ma anche della Penisola, che viene maggiormente mortificato, a cominciare dall'eliminazione di punti di riferimento di prossimità. Leggasi Province, Camere di Commercio, sorvolando sui Comuni che faticano a chiudere i propri bilanci, ancor più oggi di fronte a nuove necessità (la sicurezza?). E ci chiediamo, prima che nel 2017 la domanda resti pericolosamente inevasa: quale politica è in essere per i Comuni? Chi è disposto a puntare su giovani che a piccoli passi si assumono responsabilità e ricostruiscono pezzi del Paese? Oppure i giovani - per la politica vecchio stampo - sono già persi, giacché ascoltano solo il linguaggio parallelo. E magari votano di conseguenza?
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