Religiosi, assegno «in memoria»
giovedì 8 maggio 2008
Si celebra domani 9 maggio il «Giorno della memoria» (istituito dalla legge 56 del 4 maggio 2007) per ricordare le vittime del terrorismo, interno ed internazionale, e delle stragi di matrice terroristica. Insieme al ricordo dell'uccisione di Aldo Moro, avvenuta in questa data, la memoria cattolica non dimentica la schiera di sacerdoti e parroci caduti sotto i colpi del terrorismo di ogni fazione, insieme a quelli colpiti dalla criminalità organizzata.
Gli atti di terrorismo e gli atti di criminalità, regolati da leggi diverse ai fini del risarcimento delle vittime, sono ora pienamente equiparati in base alla legge finanziaria 2008. Le differenze di non poco conto, ai limiti della discriminazione, sono state superate grazie alle insistenti pressioni delle associazioni dei familiari delle vittime. Il pacchetto dei risarcimenti alle vittime del terrorismo è pertanto esteso alle vittime della mafia, della camorra, della 'ndrangheta e di altre forme del crimine organizzato. I benefici sono garantiti anche ai parenti delle vittime, compresi i figli maggiorenni.
Una Direttiva del Consiglio dei Ministri precisa che i particolari vantaggi in campo pensionistico (clausola oro ecc.) sono rivolti alla generalità dei lavoratori dipendenti ed autonomi, indipendentemente dalla assicurazione cui sono iscritti. E pur in assenza di una precisa posizione dell'Inps (sebbene ufficialmente sollecitato), appare corretto interpretare che nella «generalità dei lavoratori» vanno compresi anche i sacerdoti iscritti al Fondo di previdenza del clero, mentre gli ecclesiastici in quanto iscritti ad altre gestioni Inps o Inpdap già risultano formalmente destinatari delle varie disposizioni di indennizzo.
Più volte la Corte di Cassazione ha ripetuto, in diverse e univoche sentenze in materia di previdenza, che i sacerdoti iscritti al Fondo Clero devono essere considerati come appartenenti di diritto al complesso dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti, in virtù del carattere obbligatorio della iscrizione del clero al Fondo speciale di previdenza dell'Inps. E quindi, in base al giudizio della Corte, i sacerdoti devono essere beneficiari di tutte le provvidenze pensionistiche e assistenziali che siano indirizzate alla generalità dei lavoratori.
Principali benefici. Per ogni vittima deceduta per fatti di terrorismo o di mafia spetta agli eredi un indennizzo una tantum di 200 mila euro ed a ciascun familiare un assegno vitalizio di 500 euro mensili. Per le vittime rese invalide per oltre il 25% della capacità di lavoro, spettano 2 mila euro per ogni punto percentuale di invalidità, in unica soluzione, ed ogni mese un vitalizio speciale di 1.033 euro. Per le invalidità inferiori al 25%
è prevista invece una somma unica di 2 mila euro per ogni punto di invalidità. Senza limiti di prescrizione, sono indennizzabili i fatti di terrorismo a partire dal 1961 e quelli di mafia dal 1969.
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