martedì 21 marzo 2017
Religione oggi... C'è anche ("Foglio", 18/3, p. 2) chi suona a morto, ma ha torto se, stessa pagina, leggi che «La lenta estinzione degli atei è ora certificata anche dalla scienza». Stesso giorno sul "Manifesto" (p. 6), giornale non certo ecclesiastico, «Josef Mayr-Nusser, un beato obiettore a Bolzano. L'uomo che disse no ad Hitler in quanto cristiano».
Valanga in pagina multipla: domenica 19, "La Lettura" del "Corsera" due paginate intere (52-53) sul «Presepe della Natività» e quello «della Resurrezione», con allusioni multiple un po' confuse più o meno volute ed esplicite alla diffusissima "Via Crucis", che smentirebbe anche qualche azzardo del testo. Stessa "La Lettura" (p. 11) «La scienza non sa che cosa è l'uomo»! L'ampia intervista al celebre Roger Scruton mostra come filosofia e religione, in compagnia forse dell'arte, hanno una «forza per redimere il mondo» che manca alla scienza e alla tecnica.
Ancora, sempre domenica su "La Verità" (pp. 1 e 13 intera) obiezioni acute alla moda degli applausi durante i funerali in Chiesa, con evocazione magnifica e un po' nostalgica, ma fondata, della solennità del canto del "Dies Irae" sulla soglia tra Terra e Cielo, tra tempo ed eternità. Finito? Macché! Sempre domenica, sempre "La Lettura" (pp. 2-6) dibattito a tutto campo tra Gilles Kepel e Olivier Roy, «i due maggiori esperti francesi di jihad», sulle implicazioni religiose del terrorismo islamico e sulla condotta opportuna tra Usa, Europa e Russia per combattere le fonti vere del terrorismo. Insomma: quanti strillavano – e qualcuno da noi ancora insiste – prima sulla morte di Dio, senza distinzioni, e poi sulla fine della religione travolta dalle loro sicurezze di lobby, che si sentono moderne solo perché detestano ogni "chiesa", sono pregati di attendere. Intanto leggano anche gli altri: eviteranno certi rischi.
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