domenica 30 maggio 2021
«O regina degli angioli, o Maria ch'adorni il ciel coi tuoi lieti sembianti e stella in mar dirizzi e naviganti a port'è segno di diritta via, per la gloria ove sei, Vergine pia, ti prego guardi a' mia miseri pianti, incresciati di me, to' mi davanti l'insidie di colui che mi travia. Io spero in te ed ho sempre sperato; vogliami il lungo amare e reverente, il qual ti porto ed ho sempre portato. Drizza il mio cammin, fammi possente di divenir ancora dal destro lato del tuo Figliol fra la beata gente». C'è chi potrebbe stupirsi della paternità di questa accorata supplica alla Madonna, alla tenera "regina degli angioli"; si tratta di un sonetto colmo di gentilezza che Giovanni Boccaccio scrisse nella sua età senile, quando sentimenti di devozione e sensi di pentimento affioravano sempre più forti dall'anima. Vediamo un uomo scoperto fin nell'intimo, dinanzi al mite silenzio di Maria. Lei tace, forse, di un sorriso eloquente ed egli sente di doverLe spiegare il suo bisogno d'esser sostenuto contro: «le insidie di colui che mi travia». Da quella Donna si sente costantemente accompagnato, conosciuto e capito, certo ben più che dalla sua bionda Fiammetta. A Lei sommessamente affida il suo destino, la sua felicità nell'altro mondo, a Lei, porta del cielo.
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