martedì 18 aprile 2017
Seicento capre regalate a 300 famiglie afghane in particolare difficoltà: vedove, donne sole, madri con bambini, che a fatica potrebbero dedicarsi alla coltivazione della terra. «A tutti abbiamo fornito anche dell'orzo, in modo che anche nei periodi più rigidi gli animali possano alimentarsi, e fornito assistenza veterinaria, vaccinazioni incluse», spiega Margherita Romanelli, responsabile dell'area Sud-Est asiatico per la ong bolognese Gvc, interpellata dall'agenzia "Redattore Sociale".
L'iniziativa rientra in un progetto più ampio portato avanti da Gvc insieme con Intersos, finanziato da ministero per gli Affari esteri e dall'Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo: «Operiamo in alcuni distretti vicino a Herat per combattere la malnutrizione dei bambini». In Afghanistan, oltre un milione di minori soffre la fame, e quasi il 60% del totale è colpito da vari gradi di alimentazione inadeguata.
L'economia afghana, in queste zone particolarmente difficili da raggiungere, si fonda sull'agricoltura di sussistenza. Regalare capre serve per migliorare la situazione: sono animali molto resistenti, in grado di adeguarsi sia al caldo estivo sia al freddo invernale, e sono conosciuti dalla comunità locale, garantendo buone possibilità di rappresentare un investimento per il futuro. «Le capre consegnate sono gravide, nei prossimi due mesi partoriranno, aumentando così la disponibilità delle famiglie. Alcune famiglie forse venderanno le capre più grandi, altre cercheranno di mettere in piedi un piccolo allevamento».
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