sabato 24 novembre 2018
Scrivere per regalare un sorriso, per ricordare che nel nostro incredibile mondo vivono anche i buoni, le cose belle, come l'innocenza, la bontà, il perdono. Tutto questo anche sulla nostra strada se siamo capaci di cercare, di aprire gli occhi anche su un attimo di carità, di bellezza, di armonia. Spesso siamo noi stessi che, mentre camminiamo, guardiamo solo al disordine delle nostre città, all'immondizia non raccolta, mentre non vediamo gli alberi che ci donano ombra, né il sorriso o dei bambini che sono il nuovo sospiro della vita. Uscire al mattino per andare a un lavoro faticoso ci fa portare in giro un viso grave o triste. Perché non accorgersi che anche oggi c'è un raggio di sole, perché non sorridere a un amico, perché non ringraziare il caso di avere ancora una vita da condividere, da regalare forse, da arricchire di atti o di pensieri positivi che aumentano il buon vivere del mondo? Se sorrido forse qualcuno, anche lontano, ne riceverà una piccola parte e starà meglio.
Bisogna credere a questo volo dell'animo che supera i nostri passi, che non ha bisogno di permessi, di denaro, ma solo di un breve attimo di tempo. «Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona». Sono parole di quella ragazza rapita in questi giorni in Africa, alla quale tutti possiamo inviare un pensiero e dedicare una preghiera. Le preghiere hanno ali sconosciute alla nostra fantasia, superano qualsiasi impedimento materiale, hanno la consistenza del pensiero quando è un moto dell'animo. Forse possiamo dire che hanno come amico la musica quando è ispirazione di un'idea che nasce al momento della sua esecuzione. O il canto quando riempi il tuo momento solitario con un vecchio ritmo che disegna nell'aria un tempo giovane e felice. Ogni tanto abbiamo bisogno di una buona notizia, di un abbraccio sincero. e se non c'è basta ricordarne uno passato o abituare il nostro animo a inventare una favola per il nostro domani.
Ci preoccupiamo di lasciare ai nostri figli un patrimonio che sostenga la loro vita, ma non sempre costruiamo la misura, la pazienza, la comprensione, la serenità di giudizio che fanno accettare la vita nelle sue difficoltà. Insegnare a sorridere, anche di certe situazioni che si presentano come vittorie acquisite e invece sono povera cosa offerta da chi regge la “cosa pubblica” per un tempo breve. Sorridere anche quando ci si sveglia già stanchi per le delusioni, per le sofferenze o per l'età che sembra non avere più niente da regalare. Ringraziare la vita per quello che abbiamo ricevuto, e se non è stato così cercare sulla nostra strada a chi possiamo offrire un po' di pace e di serenità. La gioia poi verrà da sola.
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