sabato 4 marzo 2017
La presidente della Camera italiana Laura Boldrini ha recentemente promosso una consultazione pubblica tra i cittadini italiani sui vantaggi, i risultati, le prospettive dell'Unione europea.
La risposta è stata positiva per quanto riguarda la pace, la stabilità, la libera circolazione delle persone, per i maggiori scambi culturali e formativi. Tuttavia la maggioranza ha rilevato come l'intervento della Ue sia stato inadeguato per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori, il sostegno alla crescita economica e all'occupazione, la riduzione delle disuguaglianze. È opinione prevalente poi che non si è fatto abbastanza per la lotta contro la criminalità, il terrorismo internazionale e che ci sia stato un inefficiente coordinamento fra gli Stati membri. Il 68% ha osservato che andrebbe cambiato il modello dell'Unione europea, per giungere a un sistema federale.
In conseguenza al sondaggio, la presidente Boldrini ha quindi costituito un comitato di esperti indipendenti con competenze su diversi aspetti giuridici, politici, economici e sociali affinché approntassero una relazione da sottoporre ai colleghi dei Parlamenti europei nella conferenza internazionale prevista per il prossimo 17 marzo a Montecitorio. Degli studi e delle proposte dei nostri «saggi», esposti in un piacevole incontro alla Camera, cerchiamo di riassumere il significato per noi. Sarebbe auspicabile anzitutto – dicono – il rafforzamento del Parlamento europeo, che dovrebbe esercitare la funzione legislativa e votare la fiducia a un governo continentale; tale Parlamento sarebbe eletto sulla base di liste transnazionali presentate da ciascun partito in tutto il territorio dell'Unione.
Naturalmente per fare ciò sarebbe necessario un bilancio notevole e la definizione di una vera cittadinanza europea, dotata di autonomo nucleo di diritti anche sociali come quello a un reddito minimo di dignità. Soprattutto si sottolinea la necessità di prendere in considerazione un'Europa a due velocità o a circonferenze concentriche, in cui si proceda a un'integrazione federale fra un gruppo di Stati, lasciando agli altri la possibilità di aderire in un secondo momento.
I saggi, nelle loro relazioni brevi ma valide ed interessanti, propongono al Parlamento un mandato sostanzialmente costituente, con la predisposizione di un progetto organico di riforma dei Trattati di Roma da sottoporre alla ratifica degli Stati membri e a un referendum da tenersi il medesimo giorno in tutti i Paesi dell'Unione.
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