martedì 15 dicembre 2009
IIeri il "Corsera" (p. 5) su un precedente dell'aggressione al premier: «Il 5 maggio 2003 Piero Micca (sic!) ha insultato Berlusconi». No: era «Piero Ricca», ma per fortuna senza esplosivi. «Qui pro quo» anche (p. 15) per un bel pezzo di Vittorio Messori " «Una donna non può essere sacerdote. Dagli apostoli a Wojtyla, ecco perché» ". Il disegno che l'illustra, infatti, richiama la legge storica del celibato dei preti e il «no» dottrinale al matrimonio omosessuale, temi non solo diversissimi tra loro, ma che nulla hanno a vedere con il sacerdozio femminile. Piccola leggerezza, incolpevole, ma da non replicare in futuro. Più di peso invece (tutta p. 30: "Cultura") Raffaele La Capria: «La favola che aiuta a vivere. Il mistero di Dio e quello del Male ci permettono di sfuggire al Nulla». Nel godibile articolo c'è qualche bella intuizione, per esempio sul fatto che il tempo nulla ha a che vedere con Dio, come tale eterno, ma in una serie di malintesi spicca anche la conoscenza approssimativa della fede cristiana, tra l'altro, ancora per esempio, a proposito della «favola» della «creazione in sette giorni», del Libro di Giobbe sul mistero del male e delle parole di Cristo in croce: «Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Questo in realtà è l'inizio del Salmo 22, e ogni pio ebreo citandolo lo richiamava tutto, dall'angoscia dell'inizio, alla conclusione, col ringraziamento nell'abbandono al Padre. In sostanza: il liberissimo pezzo di La Capria pensa a un Dio ideato senza passare per Cristo: un grande malinteso, per la fede cristiana. Già Tertulliano, ben 18 secoli fa, ammoniva: «non la si rifiuti senza conoscerla»!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI