sabato 28 marzo 2020
Che giornata triste, il cielo è grigio sulla città e piove di nuovo sulle campagne dopo averci dato l’illusione che era arrivata la primavera. Come siamo dipendenti dal tempo quasi fossimo ancora nelle foreste e davanti all’acqua del mare come i primi secoli dell’uomo. Fisicamente siamo molto cambiati dalle prime generazioni comparse sulla terra, ma dal punto di vista della sensibilità forse abbiamo imparato a soffrire e a godere del bello e del buono con maggiore velocità e presenza. Cosa è rimasto tra noi delle peculiarità dei primi uomini? Certo l’attenzione, se non vogliamo ancora chiamarla l’amore, per chi avevamo generato e quindi la paura e la ricerca di luoghi dove tenere il proprio genere al sicuro. Forse oggi non facciamo la medesima cosa? Al posto delle antiche grotte non chiudiamo i nostri figli nelle nostre case perché non abbiano contatti con il male che viaggia sulle strade? Proteggere la propria generazione è sempre stato il compito principale dell’umanità. Anche le prime lotte
avevano il medesimo scopo quando non c’era bisogno di cercare posto per vivere, né genere animale per mangiare. Forse oggi non facciamo la medesima cosa? Combattiamo per avere maggiore potenza, maggiore ricchezza e, quello che ci chiama a uccidere non è vero odio verso altri uguali a noi, ma ciò che essi possiedono. Ma ecco il virus che contagia tutti senza scelte. Ha il colore dell’uguaglianza, la velocità di una giustizia sconosciuta e per ora forse la scelta dei più deboli, ma anche di chi aveva impostato la vita di tutti sul successo, la ricchezza, la prepotenza. Chi avevamo nominato come nostro dio se non la ricchezza, la potenza sulla vita degli altri, la decisione di vita o di morte su popoli e generazioni, la povertà e la distruzione di intere generazioni che sembrava impedissero la via della nostra vittoria? Anche le guerre, salvo quelle per la liberazione della propria gente non erano forse dichiarate giuste solo perché avrebbero portato maggiore potenza a chi sarebbe stato il vincitore degli eserciti? Quante cose dovremo rivedere della nostra storia passata, di quanto maggiore equilibrio dovrà essere fatto il nostro tempo futuro e di quanta comprensione, per non dire di carità cristiana, dovranno essere dipinte le nostre giornate che non saranno più uguali a quelle del passato anche se c’è ancora chi si illude di riprendere possesso del proprio potere. Questo vento che uccide porta via anche molte illusioni e immagino che nessuno dei potenti ritornerà sulle pagine dei giornali con la corona di prima anche se ha fatto ciò che poteva. Chi resterà invece nella storia del mondo saranno gli infermieri, i medici, i militari, le forze dell’ordine e tutti coloro che hanno messo davanti alla propria vita il bene degli altri. A queste persone dobbiamo la nostra esistenza e non ci sarà compenso sufficiente per ripagare i loro sacrificio.
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