sabato 8 gennaio 2022
Non so se riuscirò a pensare e a scrivere oggi. Qualcosa mi da ombra agli occhi, mi confonde le persone che immagino di avere davanti e non so dove il caso mi ha portato per ascoltare un infinito parlare senza voce che viene attorno e dietro a me. Non si comprendono le parole, ma sembra passare in mezzo a gente irritata e scontenta che pretende una giustizia da distribuire senza termini, né ragioni. Si vuole essere riconosciuti persone di pace e di giustizia dimenticando gli errori e le cattiverie compiute; si vuole essere ricordati come amici e sono rimasti presenti che pochi visi diversi che dimostrano gli anni passati. Ma allora se questo è l'altro mondo dove siamo? Dove è la gioia, la serenità, il piacevole incontro? Cosa abbiamo lasciato sulla terra tanto amata? Questo abbiamo lasciato: la terra. L'abbiamo prima distrutta nelle sue primitive bellezze: distrutto foreste, abbassato alte cime di montagne, cambiato corso di fiumi, allargato o ristretto i mari per renderli più facili al nostro passaggio... La terra non era così. Generazioni infinite hanno creduto di migliorare la sua forza e la sua bellezza cambiandone forme e colori e allora i venti hanno provato strade diverse e hanno trovato le onde del mare, le profondità di un cielo che non si arriva mai a toccare. Cosa è successo al nostro mondo creato per la gioia, per un respiro di pace dove un Dio d'amore avrebbe passato il suo tempo cantando, amando chi aveva creato e godendo della bontà e della bellezza di quel mondo che i pittori hanno provato a dipingere ai suoi piedi? Ora il nostro pianto non basta ad asciugare le lacrime dei bambini che non hanno più nessuno; adesso li lasciamo camminare da soli per le strade con i piedi scalzi e niente ci fa più pena: la pena è morta nell'animo triste e duro di chi deve uccidere per respirare ancora un poco. Ma se qualcosa è rimasto ancora nel tuo animo, il bambino che salvi dall'acqua del fiume, la donna alla quale asciughi le lacrime salveranno la tua anima. Quanti volumi avevo raccolto che raccontavano storie di guerra, di vittorie, di eroi. Nessuna di quelle vite oggi sembra meravigliosa e di successo. Ma dietro quelle righe si vedevano cambiare di senso: non era più una vittoria, ma una sconfitta per la serietà della vita. Studiare la storia per conoscere la difficile strada costruita dall'uomo, ma poi camminare avanti senza timore perché il futuro sarà nelle nostre mani e nella più forte fantasia. Quante volte i nostri sogni di bambini ci hanno portato lontano, adagiati sulle nuvole che la nonna ci aveva descritto come cosa sulla quale si poteva ballare! Oggi alle nonne non è più permesso offrire simili fantasie perché non si trovano realtà che le potrebbero sostenere. Ma possono cantare se hanno bella voce e tu avrai il tuo nuovo sonno felice. Io ho il mio fucile sulle spalle, nonna. Aspettami così.
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