giovedì 13 marzo 2014
Sul "Venerdì" (7/3, p. 49) velata ironia: «Questioni di fede. Per resistere alla crisi Treviso lancia gli esercizi spirituali». Chissà se in redazione si sapeva che questi erano imminenti anche in Vaticano? Leggi e nel testo – che è «da Padova» – la notizia parla di… Padova! Non si capisce da dove salti fuori quel «Treviso», ma è il meno. Il più è che traspare una larvata ironia sul fatto che oggi, nell'era tecnocratica e dei "lumi", si possa pensare che «ritrovare le sorgenti della fede e della speranza» serve come aiuto a superare «la crisi che aggredisce imprese e famiglie». In realtà, se uno capisce e fa suo liberamente il «senso ultimo» della realtà – questo è il risultato della "fede autentica" – allora le crisi dei «sensi penultimi», quelli da affrontare con scienza e tecnica, economia e leggi, saranno meno devastanti nel profondo, e la solidarietà effettiva, motivata anche con ragioni che vengono «dall'Alto» offrirà maggiori speranze. Già: questioni di fede! Più le vorresti mandare giù, e più ti tornano su anche in pagina ostentatamente moderna e laica. Treviso o Padova che sia, la fede vera – si sa – non serve a nulla dal punto di vista utilitaristico, ma dà senso ultimo a tutto. Non è poco!
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