venerdì 1 agosto 2014
Qui ieri ricordavo – per coloro che da noi, tra "Repubblica" e una certa galassia detta "progressista", vedono nel cristianesimo solo un «nemico della libertà» – che in 2.000 anni di storia c'è soprattutto altro. E sempre ieri proprio su "Repubblica" dal «corrispondente da Pechino» Giampaolo Visetti quasi a tutta p. 16 leggo: «Trecento chiese distrutte. La repressione di Pechino ora colpisce i cristiani». A parte l'«ora», che cancellerebbe mezzo secolo di repressioni drammatiche e sanguinose, ecco la motivazione del presente: il regime teme che «il Cristianesimo introduca anche il culto per la libertà, sfera privata e rispetto dei diritti umani». Dunque da noi a sinistra c'è ancora chi vede nella religione solo «l'oppio per i popoli», ma in Cina – in teoria sinistra e stella rossa davvero doc – ci si è accorti che tra Gesù Cristo e libertà, nonostante certe contraddizioni dei suoi discepoli di sempre, c'è da due millenni qualche affinità davvero profonda, e perciò il potere tirannico ne ha paura. Bel paradosso, che è confermato anche ieri. Sempre su "Repubblica" (p. 30) – «Quell'inchino al potere dei boss» – Augias torna senza dubbi a battere sul tasto preferito dell'"oppio per i popoli". Sveglia!Lupus in pagina, compie oggi 18 anni. Rubrica infine "maggiorenne", dunque, eppure sin dal principio vocata – come tutti ormai sanno – ad "aver giudizio". Un abbraccio e un grazie a Gianni Gennari, e un pensiero a tutti coloro che gli danno da scrivere... (mt)
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