venerdì 26 settembre 2003
Loro insistono? Anche noi! "Unità", ieri, grande titolo di apertura che protesta per una legge "votata al Senato": "I magistrati non devono pensare"! Se vero è grave. Per caso sempre ieri, prima pagina di "Repubblica" - "Se abdica lo Stato laico" - Miriam Mafai, vestale di laico pensiero e già del comunismo reale, lancia l'allarme sulla procreazione assistita e invoca per "i partiti dell'Ulivo una posizione unica": inseminazione eterologa anche per coppie gay e donne sole, uso di embrioni per esperimenti medici e nessun diritto del "concepito", che neppure esiste. Presupposto: l'aborto vero e proprio "diritto civile" delle donne. Tutto l'Ulivo deve unirsi così: per lei servirebbe - nero su bianco - a mettere "il processo legislativo al riparo dalle pressioni della Chiesa cattolica". Domanda: ma dove si esercitano queste "pressioni"? È forse presente in Parlamento il Papa in persona, o il cardinale Sodano - da lei esplicitamente nominato - o il presidente della Cei? C'è un plotone di Guardie Svizzere con alabarda minacciosa? Non pare. E allora? Allora ci può essere la libera coscienza di tutti, anche dei cattolici? No, docet Mafai - in coppia di fatto allegra con Mussolini (Alessandra) - perché le posizioni della Chiesa "non hanno alcun fondamento scientifico"! E cita Montesquieu: "le idee che nascono dalla religione" non debbono avere spazio nelle "leggi civili". E i cattolici che debbono votare le leggi? "Non devono pensare"! Come i magistrati di cui parla "L'Unità". Pensano? Non parlino! Parlano? Espulsi! Insomma: è il fascino perenne dei tempi del "piccolo padre" Stalin per l'una, dei tempi del nonno per l'altra.
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