sabato 30 novembre 2019
Romanzo: è parola che dice cose diverse. Vero che “I promessi sposi” sono un romanzo “inventato” dal suo Autore. Se però qualcuno mi dice che la mia vita è solo un romanzo, mentre io so per esperienza che è realtà, ho diritto a non essere d'accordo: prendo atto della sua singolare opinione, ma la smentisco anche sorridendo. A proposito: sul “Corriere di Bologna” (28/11, p. 21) «Storie, personaggi, passioni: i testi sacri riletti da un ateo», Massimo Marini si impegna a presentare un incontro su “Il grande romanzo dei Vangeli”, scritto da Corrado Augias e Giovanni Filoramo con una precisa opinione sulla realtà dei testi biblici, tutti, e del loro contenuto. Che dire? È libertà, certo, ma leggendo che Augias «pone domande in cerca di risposte mosso da interessi, amore per quella travolgente storia, divenuta fondamento del nostro immaginario occidentale» si sarà liberi anche noi di pensare che proprio “a fondamento” di ogni “domanda” c'è già nella testa degli Autori, e certo nel libro, una sola risposta. Eccola: gli eventi narrati dalla realtà dei «testi» detti fin dal titolo «sacri» sono un romanzo, bello, grande, molteplice e affascinante, ma soltanto un romanzo. E perciò in pagina la presentazione del libro termina con questa «laica conclusione di Augias da questo lavorio ermeneutico: le dottrine religiose non vengono calate nel mondo da una divinità, ma sono laboriose e difficili costruzioni, lunghe e contraddittorie ipotesi costruite dagli uomini». Questo ovviamente in attesa di altri uomini competenti – qui almeno due – pronti a “de-costruirle” con autorevole nonchalance in 272 pagine presentate come “il saggio”. Che dire? Una sola cosa: forse la saggezza potrà suggerire anche conclusioni altre: è libertà!
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