venerdì 15 settembre 2006
Il Papa è tornato a Roma. Ieri su "Europa" - "Il Papa traccia un confine" - Aldo Maria Valli rifletteva bene sulla densità dei suoi discorsi in Germania e sulla confusione del dibattito seguito sui media: "Si rischia il capogiro"". Molti giornalisti hanno capito poco sia per fretta che per impreparazione personale. Questa l'ho sentita con le mie orecchie in una sala stampa: "Ma che cosa" diavolo è, questa 'giustificazione'"? In tipografia e sul computer infatti è ben altro" Di qui un mare di approssimazioni: il Papa condanna l'islam, il Papa assolve l'islam, il Papa distingue nell'islam, il Papa invoca il dialogo con l'islam, il Papa difende le religioni, il Papa salva solo la sua religione, il Papa rifiuta la modernità, il Papa condanna la scienza. Un mercatino di frattaglie" E allora? Allora al centro di tutta la grande "lezione" tedesca di Benedetto XVI c'è una realtà che dovrebbe - condizionale d'obbligo - essere stranota: la fede cattolica coniuga pienamente ragione e rivelazione. I pasdaran, magari con la testa sempre ficcata tra "stelle" o provette, pensano ragione e scienza come loro esclusiva proprietà privata, se ne investono unici sacerdoti e sentenziano di Chiesa oscurantista e sorpassata, medievale e nemica di scienza e ragione" Non sanno - Totò direbbe: si informino! - che il Concilio Vaticano I ha dichiarato verità di fede cattolica la capacità della ragione umana di conoscere il vero. Chi non ha fiducia nella ragione umana non può dirsi cattolico. Dilemma: dalle nostre parti o non lo sa nessuno o troppi - i nomi riempirebbero una pagina - fingono di non saperlo. È il gioco dell'Oca laicista.
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