sabato 2 dicembre 2017
Il cielo grigio si appoggia ai tetti e alle terrazze delle case qui di fronte e getta addosso una malinconia di tempi passati che, per essere lontani alla memoria, ci sembrano più luminosi del presente. O forse è la correzione delle bozze di un volume di corrispondenza tra mio padre e la gente del suo tempo che verrà dato alla stampa in primavera, che mi porta indietro negli anni fino a incontrare la mia giovinezza? Avevo i capelli al vento quando facevo di corsa la discesa del palazzo del Viminale per tornare a casa dopo una giornata di lavoro nella segreteria del Presidente del Consiglio dei primi anni dal dopo guerra: Alcide De Gasperi. L'entusiasmo del mio lavoro, l'interesse e la curiosità degli incontri con uomini della politica di alto livello mettevano alla prova la mia capacità di intrattenere, anche solo per pochi minuti, chi attendeva un colloquio. Fu un periodo d'oro della mia giovinezza che mi fece conoscere la grandezza e la potenza della politica assieme alla negatività che essa può produrre e offrire alla inutile vanità, come alla gloria che passa in fretta, ma anche all'offerta di sacrificio, alla scelta del bene comune, alla rinuncia dei propri interessi, all'amore alla giustizia per la comprensione del meglio altrui. Le bozze dal volume che sto correggendo sono scritte con caratteri piccoli e devo mettere gli occhiali, ma l'interesse che ho sempre coltivato per la storia della nostra rinascita dopo una guerra perduta, mi aiuta a non ascoltare stanchezza. La casa editrice promette di pubblicare il volume entro la prossima primavera e per molti sarà una gradita sorpresa trovare fra gli autori di tante lettere a De Gasperi gli uomini del 1945-54, autori e comunque partecipanti alla grande e poderosa rinascita del nostro Paese dopo una sì vasta distruzione. Uomini dell'impegno cristiano: Endrici, il grande vescovo della giovinezza di De Gasperi, i sacerdoti che lo accompagnarono nel doloroso periodo della prigione, poi le esperienze affettuose di papa Roncalli, e gli scritti rivolti da De Gasperi a Pio XII, nella speranza di essere capito nel suo cammino politico. Grande interesse sono le lettere dei politici che parteciparono con entusiasmo alla rinascita dell'Italia con il supporto del partito, come Dossetti, Fanfani, Scalfaro. Ancora più attraente è la raccolta di lettere che raccontano i rapporti del nostro paese con le nazioni del mondo, fra questi gli scritti di Schuman, Adenauer, Truman, Sforza nonché quelli scambiati da De Gasperi con gli uomini di cultura o di altra politica: Benedetto Croce, Togliatti, Einaudi, Pietro Nenni. Fu mia grande fortuna aver conosciuto tali uomini dove l'interesse personale era quasi sempre messo in secondo piano nei confronti dei progetti, anche a lungo termine, e anche con idee differenti, per il proprio Paese o per la propria gente. Un tempo forte, coraggioso, intelligente dove la fortuna personale, quasi sempre, stava in secondo piano per la necessaria rincorsa verso la ricostruzione e la rinascita del popolo italiano.
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