domenica 5 febbraio 2017
È il solito ritornello e, nella logica testarda di chi, con ragioni assai basse, lo rilancia a scadenze e a turni prestabiliti. Secondo Il Giorno (30 gennaio), la prostituzione è «un mercato stimato in 90 milioni di euro al mese (assai più di un miliardo l'anno) con circa nove milioni di clienti» appartenenti a «un mondo variegato» di condizioni sociali alimentato da donne che in «stragrande maggioranza vengono trattate come schiave» e che si svolge in molti modi: dalla strada «agli hotel di lusso».
Donne che cominciano a essere vendute dall'età, per oltre un terzo, di 13-17 anni e leader politici che – come Matteo Salvini per la Lega alla manifestazione di Fratelli d'Italia sabato 28 gennaio a Roma – assicurano che «il primo provvedimento che proporremo una volta al governo è la legalizzazione della prostituzione» sottolineando, tra gli applausi dei suoi proseliti, che «è un lavoro come tutti gli altri», per il quale si «dovranno pagare le tasse».
Insomma, diventeremo cittadini di uno Stato-prosseneta fondato sul meretricio? Citando ancora Salvini, Il Giorno scrive che «in Parlamento non è mai stata portata una proposta "seria" al riguardo» e che «occorre portare alla luce del sole un fenomeno antico come il mondo». A parte – si potrebbe replicare – che le strade sarebbero assai più delle "case chiuse" alla luce del sole e lo Stato lenone finanzierebbe le scuole materne o le pensioni con il denaro del meretricio.
E che razza di politica destrosinistrese sarebbe quella di rilanciare, legalizzandola, una condizione della donna-oggetto «antica come il mondo»? È questa la modernità della Lega. È questo il sogno della deputata Maria Spillabotte (Pd) «prima firmataria di un disegno di legge che trasformerebbe le prostitute in imprenditrici di se stesse»?
Sarebbero questi i nuovi obiettivi di un femminismo assai scadente e delle sue "conquiste di civiltà" "proposte anche dal Movimento 5 Stelle" e i tentativi dei sindaci Ignazio Marino a Roma e Luigi de Magistris a Napoli che avevano «ventilato la creazione di veri e propri quartieri a luci rosse». Roma come Amsterdam, Parigi, Vienna eccetera, dove le vetrine offrono in vendita donne "al naturale"?

L'ULTIMA PAROLA
Da Monguello Tesido, Valpusteria, Bolzano, un lettore scrive al Giornale: «Basta andare a raccattare a fini pseudo umanitari un'orda di baldi giovanotti e di minorenni privi di identità quanto mendaci... Non vanno presi a bordo di nostre o di altrui navi, ma lasciati dove sono... L'Europa tornerebbe a essere civile...». Risponde Gian Galeazzo Biazzi Vergani senza scomporsi: «La sua soluzione del problema dei migranti è spietata. Certo al mondo esistono anche persone decise che non amano i mezzi termini, ma non è detto che tocchi a loro l'ultima parola nella gestione dell'Europa». Invece l'ultima parola dei «lasciati dove sono» è «aiuto!...» o il silenzio.
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