martedì 6 novembre 2012
Ieri Flores d'Arcais ("Corsera", p. 16) dichiara fiero che lui in politica oggi si schiera sempre dalla parte del peggio. E perché? «Perché voglio mandare tutto in frantumi»! Perciò teorizza "La logica dello sfascio", deplorata sempre ieri dal fondo de "L'Unità". Ci pensi un po', ricordi che Flores è senza confini e in questi giorni trovi martellante su molti giornali la pubblicità del suo ultimo "Micromega" con titolo secco: «La Chiesa gerarchica e la Chiesa di Dio». Leggi. Dunque ci sono due Chiese, ma Dio esiste! Flores convertito? Sì, ma con riserva. E infatti nella pubblicità ecco le firme di 7 preti e 2 monache, oltre altro magari importato alla chetichella. Dunque questi apparterrebbero alla "Chiesa di Dio" riconosciuta anche da Flores. È libertà, sua e loro. Qui però nasce una domanda per i 7 preti: hanno avuto il sigillo sacramentale del loro ministero direttamente da Dio o dalla "Chiesa gerarchica"? E allora sarà vero, pur con le sempre possibili distinzioni, che la Chiesa gerarchica che li ha consacrati e che in buona parte ancora li tiene nella sua realtà viva è proprio del tutto "altra" dalla Chiesa di Dio? Non sarebbe il caso di precisare il tutto, magari istruendo meglio anche il neofita Flores? Anche perché – e Malpelo parla di cose conosciute di persona – risulta spesso che qualcuno di questi preti che si sente della "Chiesa di Dio", in cui tutti dovrebbero essere uguali, e sostiene per esempio che il prete è solo uno tra gli altri senza distinzione in dignità e compito, poi ogni giorno e in tutto è unico: presiede, parla, dà e toglie la parola, ammette ed esclude! Che dire? Che forse in certe realtà la logica dello sfascio non funziona. E da 2.000 anni!
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