venerdì 24 luglio 2009
Coincidenze tutte nostre. Ieri: «Dopo un secolo torna in Russia l'ora di religione» ("La Stampa", p. 18), «Mosca, Dio torna in classe» ("Repubblica", p. 15). Ricordo Mosca, giugno 1977: la religione oppressa e imbavagliata. Il mondo cambia ovunque. Con alcune eccezioni. Da noi è ancora fortissimo una strana miscela di ostilità aggressiva e paura insopprimibile nei confronti della religione. Per la prima ecco "L'Unità" attuale che propaganda a ripetizione «lo sbattezzo». Gente una volta di casa si rivolterà nella tomba, da Enrico Berlinguer, che proprio nel 1977 rifiutò un «partito ateista e antiteista», al mitico Mario Melloni seriamente cattolico, Fortebraccio, in pagina ancora utilizzato lì, dove ieri (p. 40) si esalta la clowneria di Dario Fo che per pubblicizzare il suo spettacolo su Giotto strilla alla" «censura clericale». Roba vecchia e squalificata per chiunque, salvo lì. Per la paura insopprimibile, invece, si arruola nientemeno Luciano Canfora, grecista insigne. "La Stampa" (21/7, p. 41) ha parlato di un libro della storica Barbara Frale con nuovi argomenti sull'autenticità della Sindone e lui " sempre "Stampa" (22/7, p. 34) " congelato dalla paura ideologica e tutto appeso ad un libro di Vittorio Pesce che già fece ridere gli esperti nel 1978, quando a Mosca c'era Breznev, replica duro: «niente prove!», la Sindone è credibile come «la novella di Boccaccio su frate Cipolla e la piuma dell'arcangelo Gabriele»! Ieri però la Frale dimostra che Canfora non ha letto il suo libro. Qualcuno infatti maligna che lui capisce solo greco e latino, e dubita persino che abbia letto davvero il libro di Pesce. Infatti è in italiano"
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