sabato 1 novembre 2014
Oggi "lingua" di Lupus sul "dente che duole". Qui in prima, martedì, parola di Francesco: «Terra, casa e lavoro. Se parlo di queste cose dicono che il Papa è comunista»! Idem "Repubblica" (p. 22), "Tempo" (p. 13), "Secolo XIX" (p. 9), "Messaggero" (p. 13), "Giornale" (p. 17), "Fatto" (p. 7). "Corsera" (p. 25): «Mi dicono comunista, ma è Gesù che ama i poveri». Ricordi: Helder Camara, 50 anni orsono quasi stesse parole, allora dolenti e non solo per lui. Con l'accusa di «comunista» o «comunistoide» – così un illustre prelato contro don Milani – o di «filocomunista» – un altro prelato sul "Foglio" (20/11/2013, p. 4) contro don Giuseppe Ruggieri, teologo siciliano e grande studioso del Concilio – persino nella Chiesa si sono distrutte persone vive e fedeli. Per me un "dente" che è stato molto dolente con crisi ripetute più volte dal dicembre 1964 fin quasi ad oggi – 1967, 1974, 1977, 1980, 1982… – e con autori calunniosi a tutti i livelli, anche molto alti. Va curiosamente ricordato che anche Paolo VI dopo la Populorum Progressio sui muri di Roma venne anche chiamato «Maolo VI»! Cose ormai soltanto del passato, vista la buonissima compagnia dei falsamente accusati? Vorrei che il "sì" fosse certezza e non solo viva speranza.
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