sabato 1 settembre 2018
Una luna piena gettava strisce di luce fredda sul mio prato che scende nella valle mentre le ombre del bosco che si allungavano sottili regalavano agli abeti misure irreali. Dalla mia finestra godevo il silenzio e l'incanto. E pensai a chi non conosce questa pace, chi non ha mai goduto il piacere di questo trovarsi solo davanti ad uno spettacolo che viene regalato senza chiedere compenso. Sentii allora ingiusta questa mia felicità pensando a quelle immagini delle guerre dei nostri giorni dove la verità nella sua crudeltà reale non ci viene descritta né fatta vedere. L'Unità Europea che era nata per la pace e il lavoro comune è diventata più debole, ha perduto l'iniziale coraggio e sembra ci sfugga dalle mani in silenzio, senza fare troppo rumore, senza battaglie parlamentari di sostegno quasi il suo perdere di forza e di importanza fosse una strada da percorrere fatalmente. Gli egoismi nazionali nascosti, a volte, sotto accordi non più comunitari, tolgono forza a questa coraggiosa unità di gente che aveva visto e sperato in una nuova vita. Il cammino perduto di un governo comune e mai ripreso con la dovuta forza e decisione ci ha reso più deboli nella volontà di una grande e forte unità di paesi dove si incontrino assieme forze antiche e nuove per il maggior bene di tutti. L'Unità Europea, il grande progetto dei nostri padri e il primo sogno della nostra giovinezza di una patria condivisa sembra dimenticato nei progetti e nelle politiche dei vecchi stati europei. Quel progetto ideale oggi non più sostenuto con la forza iniziale quando sembrava che i nostri popoli avrebbero rinnegato le vecchie ostilità collaborando uno con l'altro per una via da costruire e da condividere, oggi ha perduto la sua lucentezza come un vecchio oggetto d'argento dimenticato. Dove è finito quel senso di solidarietà che aveva permesso ai paesi vincitori di accogliere in un progetto tanto ardito anche chi aveva perduto la guerra? E allo stesso tempo dove avevano trovato terra le migliaia di profughi italiani costretti dalla povertà ad abbandonare il proprio paese? La storia non ha pietà, si ripete con le stesse atrocità e vendette se noi stessi non mettiamo a disposizione degli altri intelligenza, bontà, passione per il bene e facciamo prevalere la solidarietà sull'egoismo. L'Europa ha l'occasione di dimostrare la volontà di una strada comune prendendo con sé chi fugge dalla barbarie e dalla fame. Abbiamo sfruttato l'Africa per secoli, ora è il momento di restituire ai suoi figli ciò che abbiamo loro tolto.
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