lunedì 13 settembre 2004
A volte dal male può nascere il bene. Il caso del bambino talassemico guarito con le cellule staminali placentari di due suoi fratellini gemelli nati con fecondazione artificiali è uno di questi casi. Avrebbe dovuto convincere tutti della convenienza di usare staminali "adulte" invece di insistere per la produzione di queste cellule da embrioni appositamente sacrificati a questo scopo.Oltre tutto, le staminali da embrione costituiscono soltanto una probabilità e una speranza, mentre le staminali adulte sono già una certezza; e qui la fecondazione artificiale di una coppia di genitori fertilissimi era soltanto strumentale a una finalità indiretta.Invece il caso è stato adoperato soltanto per la polemica contro la legge sulle fecondazione artificiale, che vieta diagnosi preimpianto e selezione degli embrioni, e per la propaganda per il referendum, nascondendo così la tragedia che era dietro la vicenda. Soltanto il Corriere della sera (martedì 7) ha avuto il coraggio di mettere in prima pagina la notizia completa: il bambino malato è stato guarito grazie a una cruenta selezione eugenica dei suoi fratellini. Di dodici embrioni ottenuti in provetta, tre sono stati impiantati, due soli si sono sviluppati e nove sono stati eliminati come prodotti di scarto, anzi - secondo il prof. Carlo Flamigni (l"Unità, mercoledì 8) - «è ovvio che la loro avventura è molto probabilmente terminata». Eugenetica ed eufemistica. Questo bel mix è arricchito dall"interrogativo finale: «Qualcuno mi può dare un motivo - a parte quello religioso - per non utilizzarle» (le cellule embrionali)? Di motivo c"è solo quello «religioso», che però è tale solamente nel senso che sono i cattolici quelli che, assai più dei "laici", danno credito alla scienza e alla ragione, per le quali un minuscolo embrione è un uomo. Da non uccidere.
EUFEMISTICA 2L"eufemistica, ovvero la tecnica di far apparire buone le cose che non lo sono, sembra una specialità del laicismo referendumista. Dieci giorni fa la prima notizia dello scambio di bambini in provetta fra due coppie, a Torino. Domenica 5 il bis: «Provetta sbagliata, gemelli neri a coppia bianca» (Corriere della sera). C"è il rischio che diventi un"abitudine. Ecco, però, come l"Unità l"ha commentata il giorno dopo: «Gemelli di colore per una coppia bianca? "Beh, è successo quattro anni fa..."».
SUPERVITASono in arrivo anche in Italia i «manuali da super-vita» che indicano «cose da fare, posti da vedere, esperienza da provare, ragioni per vivere». Una serie di super-guide turistiche con ambizioni "escatologiche": «Mille posti da vedere prima di morire», «101 cose da fare prima di morire», «Luoghi indimenticabili da vedere prima di morire», «100 vini da provare prima di morire». Li propaganda L"Espresso (del 9 settembre) che ne riferisce la relativa filosofia di fondo: «La vita è un viaggio breve. Assicurati di aver visto e fatto le cose più divertenti prima di preparare i bagagli per l"ultima volta». Altro che le sette meraviglie degli antichi: ci sono anche le cose da vedere «se sei gay o lesbica». Sempre «prima di morire», perché sul dopo non ci trovi niente.
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