sabato 2 aprile 2016
Scrivo di primo aprile evocando un... pesce. D'aprile? No e sì. No perché l'iconografia cristiana dei primi secoli con il termine greco "IXTHUS", che dice "pesce", rimandava a "Jesus Christus Dei Filius Salvator". Ma anche sì, pur non trattandosi di un "pesce d'aprile", bensì di un fatto, o meglio – lo scrivo sorridendo – di un misfatto segnalato ad "Avvenire" da un lettore che di Venerdì Santo (25/3) – ore 7 e 45 su Raiuno, programma "Unomattina", dopo un ampio servizio con l'esperto e informatissimo Umberto Broccoli che commenta da par suo una serie di capolavori con la figura di Cristo morto – ha notato un collegamento da Gerusalemme ove una collega mostra in diretta il Santo Sepolcro aggiungendo la spiegazione: «Dove ci sono le spoglie del Nostro Signore Gesù Cristo»! Le «spoglie»? Il bravo lettore di "Avvenire" riporta i dati per rivedere il filmato, e la verifica è ovvia. Proprio così! Chissà se in trasmissione se ne sono accorti nel rapido fluire del programma? Certo l'ottimo conduttore, Franco Di Mare, riprende così: «Le parole sono pietre». Nel caso proprio di una "pietra" si trattava: quella ribaltata dall'evento della Resurrezione all'ingresso del «sepolcro nuovo» e ora vuoto. Dunque il primo di aprile qui si evoca la figura di Gesù Figlio di Dio e Salvatore, ma non è pesce d'aprile, bensì segnalazione di un infortunio. I colleghi che in radio o in tv parlano sono più fortunati di noi che mettiamo nero su bianco: verba volant – chi ha visto ha visto...ma scripta manent e l'errore è sempre scovabile. Stavolta l'attenzione del lettore ha provveduto. L'altro ieri, qui, commentando un eccesso scrivevo che la fede è atto libero e non è giusto affermare che «chi dubita della resurrezione è irrazionale». Se però, rovesciando i termini, arriva come ovvia la novità delle "spoglie" del Risorto, allora è vera cantonata.
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