sabato 9 giugno 2018
Pagine vuote... che pur riempite restano vuote, anzitutto di senso. Ieri (“Repubblica”, p.9) una breve corretta nota di Paolo Rodari su «la Veglia di preghiera per l'Italia animata dalla Comunità di S. Egidio» riceve questo titolo: «Il capo dei vescovi (sic!) Bassetti attacca: non lasciamoci travolgere da odio e razzismo». Attacca? Un non senso! Ancora ieri (“Giornale”, p. 29): «Rileggere la Bibbia. Nel Cantico dei Cantici il divino e l'eros si fondono». Davide Brullo, ieri pur qui elogiato da Alessandro Zaccuri per altro, scrive che «tra il papiro della buona morale e della corretta dottrina» – allusione al fatto che il Cantico è collocato tra “Proverbi” e “Qohelet”, ndr – «sboccia il piccolo libro dell'amore, l'impero dell'eros, otto capitoli di atroce bellezza». Per stupire? Ancor peggio alla conclusione apocalittica: «Eccolo, il segreto del libro più conturbante della storia (...) Quando Dio ama in eccesso, uccide, quando l'uomo ama totalmente, perde i connotati del nome, sacrifica gli alfabeti, muore». Il vuoto è riempito di enfasi per stupire, ma resta un vuoto – questo sì – «conturbante»! Da ultimo: la notizia di una mostra «ai Musei Capitolini sulla Storia dei Concili, da quello di Trento al Vaticano II» su “Libero” (p. 27) viene titolata a tutta pagina così: «Gli intrighi dei Papi per sconfiggere Lutero». Dagli “Intrighi” alla “sconfitta” di Lutero – chissà perché – e tu torni a quel «E Bassetti attacca»! Certo giornalismo – che pare venire dal vuoto e nel vuoto ritorna, con “cattiva pace” del lettore che compra e legge avendo il diritto di trovare un “pieno” e magari poi discuterne – dovrebbe fare i conti non solo con la propria esigenza di scrivere e riempire una pagina, ma anche col diritto di chi acquista a ricevere qualcosa, e a non doversi interrogare su letture magari eleganti, ma senza senso.
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