venerdì 2 giugno 2006
Caro ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, purtroppo in Europa è scoppiato un nuovo bubbone alimentare relativo al delicato settore del vino e cioè «la guerra dei trucioli», ovvero non più il vino nel legno ma il legno nel vino! Una infausta novità dalle dannose conseguenze all"integrità della salute. Per arrotondare il sapore del vino e affinarlo da alcuni anni è invalsa l"abitudine di far passare i vini in botti di rovere - barrique che cedono aromi e ossigenano il vino lentamente. Poiché le barrique costano si è pensato ad una scorciatoia economica: i trucioli o chips tostati ( poco, mediamente o molto tostati) che lasciano passare nel vino, come le pregiate barrique, i loro tannini e aromi buoni  ma anche cattivi come l"acido vanillico e l"acido siringico che sono dannosi alla salute; ad aggravare la situazione, purtroppo, passano anche idrocarburi e metalli pesanti come piombo, cadmio, arsenico, mercurio, cromo, metalli che il corpo non riesce a smaltire e li accumula fino a sviluppare patologie letali. Test su cavia hanno dimostrato come i vini in barrique producono danni al fegato ed ai reni, pertanto si consiglia un uso moderato e saltuario dei vini in barrique. Un grande scienziato del vino Mario Fregoni dell"Università Cattolica di Piacenza, che già ha dato l"allarme su questo nuovo fenomeno dei trucioli, consiglia quantomeno l"uso di botti di pregiata quercia di Slavonia, come nella tradizione italiana, cioè al naturale. Una risoluzione OIV "limita" al solo genere quercus il legno dei trucioli la cui tostatura non deve arrivare a combustione neppure superficiale e che almeno il 95% dei chips deve superare i 2 mm. di lunghezza e 1 mm. di spessore pare invece si usino chips «fino allo stato di polvere»; in questo caso si potrebbe parlare di concia del vino, infatti la legge italiana ne proibisce l"uso. Invito anche gli enologi a dare il meglio della loro professionalità affinché il vino possa rispettare la sua capacità salutista.
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