mercoledì 9 luglio 2014
Il Giappone è lontano, ma qualche "giapponese" in ritardo di una o più guerre è ancora qui. Ieri Maurizio Chierici – "Il Fatto" (p. 22): «Il genocidio del Ruanda e i silenzi della Chiesa» – parte dalle «processioni» in Calabria per affermare che «fede» come tale, anche cristiana e cattolica è «sinonimo di potere, trascurata la pietà». Tesi assoluta, e perciò – già fatto altre volte, stesse pagine e altre – racconta la tragedia di 20 anni orsono in Ruanda, «quasi un milione di morti, altrettanti profughi», ma concentrando tutto sulle responsabilità accertate e no di 2 (due!) preti cattolici ruandesi come sintesi ovvia di responsabilità e «silenzi», appunto ovviamente complici, «della Chiesa». Ecco: pur di dir male della Chiesa, si continuano a combattere, o a far mostra di combattere guerre già finite, e per lo più perse. Tempo fa prima di porre fine alla guerra ostile all'intera Chiesa e alla persona stessa di Papa Francesco a proposito di desaparecidos in Argentina ci son voluti mesi di accuse, pure calunnie, finite nel nulla. Quello di accusare la religione di ogni male è vezzo antico, ma in due secoli – e Chierici conosce la storia – ha fatto più danni di tutte le religioni, e certamente di quella cristiana...
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