giovedì 1 giugno 2023
«L’espansione della riflessione etica dalla sfera umana all’insieme dei viventi rappresenta una delle dimensioni più stimolanti e controverse del dibattito filosofico e scientifico degli ultimi decenni, e implica anche conseguenze di natura pratica sia nei comportamenti personali sia nelle decisioni politiche e nell’ordinamento giuridico» (Comitato nazionale per la Bioetica, Bioetica e scienze veterinarie, benessere animale e salute umana, 30 novembre 2001). Questo documento evidenzia la necessità di una riflessione bioetica che affronti il rispetto e la tutela del mondo animale e delle responsabilità etiche nel rapporto uomo-animale. In tale prospettiva è maturato il riconoscimento degli animali come esseri senzienti, capaci di percepire dolore, esprimere disagi, sofferenza e paura, a seconda delle diverse specie e dello sviluppo della scala zoologica. Per cui si è affermato il concetto di benessere animale, cioè la qualità di vita, la salute, l’espressione dei propri comportamenti naturali, l’assenza di manifestazioni di disagio e sofferenza. La cura per la tutela e la promozione del benessere animale riguarda tutti gli animali, pur con forme e regole diverse. Un particolare impegno si concentra sugli allevamenti, le prestazioni e i servizi (ad esempio i cani per ciechi), la compagnia e gli interventi assistenziali/terapeutici (come la pet therapy), la ricerca. La rilevazione del benessere animale viene fatta da veterinari esperti, tenendo conto delle indicazioni europee e in Italia di quelle del Centro di Referenza nazionale per il benessere animale, istituito nel 2003. Va ricordato che dal 2008 il Ministero della Salute emana un Piano nazionale Benessere animale, aggiornato al 2022, per controllare – specie negli allevamenti per alimenti – la condizione di rischio di sofferenza, per migliorare il benessere e garantire anche la sicurezza della catena alimentare. Dal punto di vista bioetico, è ampia e differenziata la discussione sui princìpi etici coinvolti, con alcuni che affermano i “diritti” degli animali o sono contrari a qualsiasi “utilizzo” di essi. È interessante la posizione del Comitato nazionale per la Bioetica che supera tali prospettive etiche e, nel documento citato, propone una “etica della cura” che insiste sui bisogni (e non solo sugli interessi), attribuisce un valore cruciale alla compassione, pone al centro la dedizione, fa leva sul concetto di responsabilità (e non su quello di diritto), non comporta la reciprocità (di contro alla correlazione diritti/doveri). Il Catechismo della Chiesa cattolica dedica al tema degli animali i numeri 2.416-2.418, ricordando che essi sono creature di Dio, affidate all’uomo, ed «è contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita». Da tutto ciò emerge la necessità di valutazioni circostanziate, con maggior formazione e impegno di tutti, in vista di una sapiente armonizzazione di beni e valori concorrenti. Cancelliere Pontificia Accademia per la Vita © riproduzione riservata
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