martedì 21 luglio 2009
In pagina, come al volante, l'eccessiva disinvoltura porta fuori strada. Sabato ("Messaggero", pp. 1 e 2) Raffaello Uboldi " firma storica della testata " riflette sul piccolo incidente occorso a Benedetto XVI. I titoli sono già da baraccone: «Da Pio XII a Wojtyla, squarciato il velo sui mali» e «Secoli di reticenza, ma con Pio XII si rompe il tabù». Inizio da esperto: «Che anche un Papa possa cadere vittima di un male non è del tutto facile da credere, che egli pure sia fatto di carne ed ossa, di un corpo tutto sommato fragile come ognuno di noi può risultare ostico quanto meno alla maggioranza dei fedeli». Ma no! Di seguito altre leggerezze con qualche incidente di sintassi, luoghi comuni e tanta enfasi per far effetto sul lettore fino al nucleo che rievoca le morti di Pio XII, turbata dall'ombra di una vendita delle foto da parte di un medico imbroglione, poi di Papa Giovanni «senza alcun mistero», di Paolo VI descritto al solito con la faciloneria del «Papa del dubbio» che «scese dal suo scranno» (sic!) per rivolgersi agli uomini delle Br, di Giovanni Paolo I seguita da «chiacchiere da romanzo di fantascienza» e infine di Giovanni Paolo II che morì" «malato di Alzheimer» (sic!), fino ad oggi, quando «Benedetto XIV (sic!) non ha fatto nulla per nascondere l'incidente», quasi volesse dire «sono un pontefice, ma anche uno di voi»" A parte la confusione pesante tra Alzheimer e Parkinson " malattie diversissime ", sorprende davvero la scoperta finale. Già: da 2000 anni questa fu parola del primo Papa: «Io non sono altro che un uomo» (Atti degli Apostoli 10, 26)! Leggerezze via col vento, e scivoloni"
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