domenica 5 aprile 2009
Affratellati dalla sentenza della suprema Corte, Stefano Rodotà e Gianfranco Fini - che prima più nemici non si poteva - parlano finalmente la stessa lingua. È del primo un editoriale su Repubblica (giovedì 2) dal titolo «Sconfitto lo Stato etico»; il secondo, invece, si è meritato quasi un'intera pagina elogiativa su il Manifesto (venerdì 3) per aver detto che «la legge sulla procreazione [è] basata su dogmi di tipo etico-religioso». Per ragioni diverse (età dell'uno, radici ideologiche dell'altro) entrambi dovrebbero conoscere che cos'è veramente uno Stato etico (vedi i regimi fascista, comunista, nazista...), ma anche sapere che, senza un minimo etico che lo giustifichi, uno Stato non può esistere. Vietato uccidere, vietato rubare, truffare, dire il falso, negare l'umanità del diverso e del piccolo...: che altro è il Codice penale se non la trascrizione in formule giuridiche dei 10 Comandamenti e la traduzione dei peccati in reati? Quando le sentenze creative cancellano questi «dogmi etico-religiosi» e autorizzano l'uccisione degli innocenti e dei malati, la negazione del nome di uomo a chi è all'inizio di un'avventura umana e l'uso strumentale delle persone, lo Stato non fa che crearsi una sua etica artificiale, staccata, perciò, da ogni idea razionale - cioè naturale - di ethos. Nel nostro caso un'etica di tipo laicista e ateo, senza un'ispirazione più alta di sé. Come accade, appunto, nei regimi ricordati. Senza un'etica che lo anticipi e lo fondi, lo Stato è solo anarchia, non può dirsi civile. Lo sconfitto, insomma, è, tout court, lo Stato.

QUANTO VALE UNA PERSONA?
Richiesto da Repubblica (giovedì 2) di un commento alla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40, il prof. Carlo Flamigni ha saputo esprimere, con una frase di sole dieci parole, la mentalità e i valori che caratterizzano il mondo e lo Stato laicisti. Eccola: «Sancito un principio laico: le madri valgono più dei feti». Il giorno dopo è stato più esplicito con Liberazione: «L'embrione non è più persona», che è una sciocchezza e una bugia. Infatti, l'embrione è tuttora riconosciuto come soggetto di diritti dall'articolo 1 della legge in questione. Dunque per Flamigni i figli non sono degni di avere questo nome: sono soltanto «feti»; e tra le persone c'è differenza di valore e dignità. Chissà quanto lui crede di valere? In questi giorni dai fogli laicisti e di sinistra si è levato un coro festoso per la ripristinata possibilità di creare nuovi embrioni per poi, se risulteranno inutili, lasciarli surgelare come se fossero fettine di carne, e la ritrovata libertà di iperstimolare ancor più le donne per far loro produrre un numero maggiore di ovuli, secondo la tecno-logica della riproduzione artificiale. Alla faccia della loro salute e solo per affermare l'«etica» dello «Stato laico».

TROPPO POCO PAPA
Un tempo Adriana Zarri scriveva, sul Manifesto, «i discorsi che il Papa non ha pronunciato». Era un modo per insegnare il mestiere al Pontefice. Ha smesso, ma non si è pentita. Venerdì 3, sul Manifesto, ha scritto: «Troppo Papa [...] ben a ragione ce lo contestano i nostri fratelli protestanti che, per loro fortuna, non hanno papi di sorta». Se sia fortuna, non so, però si vede che ne avrebbero bisogno.
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