domenica 25 novembre 2012
C'è una discreta e diffusa ignoranza, nella stampa laicista, in materia religiosa. Si è visto anche nel modo in cui i giornali hanno presentato (giovedì 22) il libro di Benedetto XVI sull'infanzia di Gesù. Qualcuno ha taciuto (per esempio Pubblico). Uno (Il Fatto) ha tentato lo scherno «Il bue e l'asinello negati dal Papa», ma lo «spirito» del trafiletto pareva da Matusalemme. I più hanno ritenuto che l'assenza dei due animali fosse uno scoop: «Bue e asino non c'erano» (L'Unità, mercoledì 21). Invece La Repubblica (stesso giorno) ha affidato al teologo Vito Mancuso, che piace tanto all'anticlericalismo moderno, il compito di smontare il libro del Papa. Benedetto XVI non avrebbe tenuto conto della diversità dei racconti evangelici di Luca e di Matteo, tentando così di far passare «il Gesù dei Vangeli come il Gesù storico […]: una mission impossible». Impossibile? Vecchia questione, ma un «Gesù storico» altro dal «Gesù dei Vangeli» renderebbe inutile non solo l'intera Sacra Scrittura, ma addirittura l'Incarnazione, vale a dire proprio la discesa di Dio nella storia, e quindi la Salvezza annunciata dai Vangeli. Se (Dio ci scampi) fosse così, anche il lavoro, il pensiero, la teologia di Mancuso, di Augias e di tanti altri (Rousseau, Renan ecc.) diventerebbero mission impossible. Il caso classico della zappa sui piedi.CHI DEVE PAGAREUn lettore suggerisce a Libero (martedì 20) di far pagare alle prostitute l'Irpef e l'Iva sui loro introiti per abrogare l'Imu e il giornale, risponde: se è vero che queste signore «in Italia sono 70mila», che «il loro giro d'affari è valutato fra i 2 e i 6 miliardi» e che, «calcolando un'aliquota del 32%» su «una media di 4 miliardi», si avrebbe un introito di un miliardo e 500 milioni e si potrebbe dimezzare l'Imu. Spero che non avvenga, perché: 1° - equivarrebbe a legalizzare anche la prostituzione; 2° - mi sembrerebbe che la mia fosse una "casa chiusa"; 3° - molto meglio, piuttosto, far pagare i clienti.ALTOPARLANTIPer la seconda volta Il Manifesto (martedì 13 e venerdì 23) si fa portavoce del «dissenso cattolico» e di quello luterano francese a sostegno del «matrimonio per tutti» (leggi: per gli omosessuali). Secondo il "quotidiano comunista" «Gesù, nei Vangeli, non affronta questo tema» (?) e «il suo silenzio non significa certamente approvazione», ma «indica che le varie questioni legate alla sessualità non erano per lui più importanti di quelle legate, ad esempio, al denaro o al potere». Far parlare i silenzi, specie se di Dio, è da sciocchi. Se si tiene conto di ciò che Gesù e le Scritture antiche e nuove dicono sul matrimonio e sull'omosessualità, i silenzi diventano altoparlanti. CONTABILITÀ E MISERICORDIAPubblico (mercoledì 21) svela la «contabilità della Chiesa»: «Vietato fare sesso al di fuori del matrimonio, usare gli anticoncezionali, convivere more uxorio…». Eppure «un sacco di persone» viola questi divieti senza che «nessuno si prenda la briga di estrometterli dal consesso della Chiesa». Perciò bisognerebbe «decidere che la Chiesa ha qualche milione di fedeli in meno». Qualche milione sarebbe poco, ma la Chiesa (Pubblico non lo sa) è anche la casa della misericordia di Dio. È confermato quello che si diceva nel primo paragrafo.
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