sabato 19 novembre 2005
«C'è qualcosa che non quadra»: è allarmato Michele Serra ieri su "Repubblica". Ha condiviso gli strilli dei suoi - giornale e compagni di partito - per le "interferenze", le "gambe tese", le "arroganze" della Cei su temi etici come procreazione, aborto, eutanasia e ora non si raccapezza. Giornali scrivono, politici riferiscono, compagni applaudono perché gli stessi vescovi bocciano devolution e federalismo: "poco solidali e contro l'unità del Paese". Lui non ci sta e casca da "L'Amaca", rubrica ove ogni giorno riposa: "Scusate, ma così non vale"A me la devolution suscita una solida ripugnanza, ma non per questo, dal momento che il parere dei vescovi mi fa comodo, smetto di credere che i vescovi siano del tutto fuori contesto. L'ingerenza non è definibile come tale a seconda che disturbi oppure favorisca una certa politica. E' ingerenza comunque". Allora? Fa piacere qualche volta che l'onestà prevalga sull'interesse e la convinzione sulla convenienza, ma resta un problema, quello dell'intelligenza, della legalità e della libertà. I vescovi come tali e come cittadini, anche se urtano Pannella, Bonino e Boselli vari, "Unità" & Co., hanno il diritto di dire la loro su tutto, come i summenzionati hanno, e lo usano sempre, il diritto di dire la loro sulla Chiesa, e tutti hanno il diritto di essere d'accordo con i vescovi o con loro. Se poi qualcuno è cattolico, e vuole essere coerente, dovrà vedere bene se accordo o disaccordo tocca l'essenza del vivere da cristiani nel mondo, perché la convinzione di fede prevalga su ogni convenienza. Così: libero Stato e libera Chiesa. E tutto quadra.
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