giovedì 4 settembre 2003
Inerzia. Se la spinta è antica le cose vengono da sole. Lunedì Lietta Tornabuoni sulla "Stampa" è entusiasta del "Ritorno di Cagliostro", film di Ciprì & Maresco. Esso, scrive, "si burla delle scemenze del cinema", ma nel suo pezzo al centro sta la Chiesa, a capo "di un complotto politico" mafioso. E un sommarietto soave riassume tutto: "Coppie di preti e suore ballano nell'anticamera di un cardinale pedinato dalla madre maleodorante". Perciò è un film bellissimo, nel quale - parola sua - "il turpiloquio dialettale non dà fastidio". Anzi, diventa chic. E il titolo elogia: "Ciprì e Maresco fanno persino ridere. Ironici, non provocatori". Bravi! Viva l'ironia! Se poi è su preti e suore che ballano, chiesa e cardinali con "madri maleodoranti", piace tanto! E viva il turpiloquio! È l'inerzia del vizio antico" Che vale anche per "Repubblica". Grande scandalo, ieri, per i contributi scolastici dati alle famiglie: "Scuola privata con bonus di Stato"! E portavoce dello scandalo si fa Miriam Mafai. A lei per decenni è andato bene l'ateismo di Stato in Urss - mai una parola di dissenso - ora è addolorata per la "scuola pubblica", per lei solo statale, "più seria e pluralista" delle altre. Piange, Mafai, e si scopre nostalgica: "Eravamo più laici sotto il regime democristiano?" Leggi, e metti la scuola al posto del passero. Un Catullo di oggi canterebbe così: "Lugete, o Veneres Cupidinesque". Tornabuoni e Mafai optino tra Veneri e Cupidini, ma spieghino: perché chi sceglie la scuola ove mandare i figli deve pagare doppio? Chi piange per inerzia talora fa un po' ridere"
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