venerdì 28 giugno 2013
Ancora una perla, qui da “Libero” (25/6): “Pillole di classica”. Nazzareno Carusi è una pentola a pressione, ma gli è saltata la valvola e si sfoga: «Siamo circondati… Alla truppa di pauperisti… si aggiungerebbe addirittura il Papa che va detto, al primo affaccio fu simpatico parecchio», poi però… ecco l'esondazione: «La rottura di simboli e cerimoniali… il lisciamento a oltranza dei poveri cristi… prova dell'assenza di speranza, propria di chi liscia… il terzomondismo più cecato…». Più diretto ancora: «Avrebbe suggerito di non essere un principe rinascimentale… Dimenticando, se veramente ha detto questo, che il Rinascimento ha dato all'uomo il meglio… la storia ammira i palazzi vaticani e i tesori (ndr: qui omissis vari, anche per decenza) tralasciando di accorgersi che l'ammirazione di capolavori da svenire avvicina al Padreterno più della lavanda dei pretazzi (sic) in Cena (sic) Domini… Vabbene (sic) che c'è la crisi… ma come si può considerare il dolce Cristo in terra chi mangia tutti i giorni alla mensa con quelli come me? Succederà che ogni deficiente penserà di poter essere lui stesso papa… Bergoglio sta compiendo l'insopportabile e mondana frivolezza di far credere ai fedeli d'essere ciascuno come lui…». Mi fermo qui. Dal Vangelo pare che Gesù mangiasse tutti i giorni con «quelli come noi». Inoltre pare che l'indomani, all'udienza, il Successore di Pietro e Vescovo di Roma abbia chiarito proprio il tema dell'«uguaglianza”» di tutti i figli di Dio, lui compreso, pur nella diversità anche essenziale di doveri e compiti di ciascuno. La rubrica è “Pillole di classica”, e l'autore risulta essere “pianista”. «Non sparate sul pianista»? Va bene, ma forse qualche nota è davvero stonata!
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