martedì 14 ottobre 2014
Semplice come l'uovo di Colombo, si potrebbe dire. E di uova, in effetti, si tratta: quelle dei pulcini che devono nascere, «covate» in un forno semplice ma efficientissimo. Il progetto è stato realizzato in Kenya, 200 chilometri a nord di Nairobi, e porta una «firma» italiana, quella dell'Ipsia di Trento, l'istituto di cooperazione internazionale delle Acli locali. «L'uovo di Colombo» è stato insignito del Green International Award, un premio patrocinato da enti come l'Unione africana, il Wwf, il governo del Kenya e altri ancora, come migliore innovazione verde. Verde-giallo pulcino, in verità; in numerose famiglie di alcune comunità contadine è stato installato un forno in terracotta con dentro pietre refrattarie per il risparmio energetico. Qui vengono sistemate le uova dei pulcini, i quali, appena emettono il primo «pio» si trovano in una ambiente caldo, confortevole e senza gli sbalzi di temperatura tipiche di quest'area geografica. Poi, una volta cresciuti, i pulcini possono spostarsi, attraverso una cavità comunicante, in un piccolo recinto protetto, interno alla capanna, e infine possono tentare il grande salto in un successivo recinto esterno. Sottoforno, recinto interno, recinto esterno et voila, l'allevamento casalingo di polli è fatto! Con alcuni vantaggi: per alimentare i forni si consuma un terzo di legname in meno (il progetto fa parte di un piano più vasto contro la deforestazione in Kenya) e sulle pentole delle famiglie arriva un terzo di polli in più. Insomma, due piccioni... pardon, pulcini con una fava.
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