giovedì 8 dicembre 2016
Che la pubblicità sia "l'anima" di quasi tutto, oggi, e non solo del commercio, o del commercio esteso a tutto, risulta chiaro, ma talora la chiarezza tocca l'assurdo, e ieri ("Messaggero", p. 30: «Bergoglio Story») ti tocca leggere il "lancio" delle due puntate del film "Francesco, il Papa della gente". Niente di male, ovviamente: promozione dell'opera, che però finisce con una frase così incredibile da toglierti il fiato. Racconta il regista che in Argentina ha iniziato a lavorare, ma «le prime testimonianze sono state del tutto inutili».
Ed ecco l'eureka mirabolante: «La svolta è avvenuta quando una sua collaboratrice ha raccontato di averlo visto sorridere per la prima volta quando è diventato Papa…»! Dunque fino al 13 marzo 2013 Jorge Mario Bergoglio non ha mai sorriso? Una vera follia, inventata da qualcuno per alzare il livello della meraviglia, come in uno show politico ove tutti parlano insieme e solo alzando la voce si riesce ad essere sentiti…
Finito? No: sempre ieri qui su "Avvenire" leggi due volte ben altro. Ecco a p. 17 sue parole: «Chi non conosce le carezze di Dio non conosce la dottrina». Non ha sorriso, lui, neppure alle tante carezze di Dio che gli hanno consentito di «conoscere la dottrina»? E non basta. A p. 19 titolo: «Giù la maschera del mito»! Si parla di Francesco, quello d'Assisi, e delle peripezie delle sue biografie, nei secoli, con tanti tentativi di ridurre la sua figura a essere meno scomoda per certe prospettive "mondane".
Tentativi di sfigurare possono riguardare secoli lontani, ma anche qualche entusiasmo auto-pubblicitario in pagina. Leggi e ti pare inventata apposta per commentare la fandonia del regista che sembra – sembra! – cercare lo stupefacente a ogni costo. Che dire? L'aria che tira nel prodotto non è granché... Speriamo di essere sorpresi? in positivo.
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