giovedì 15 luglio 2004
Martedì "Liberazione" (p. 4) titolo tranquillo: "Cofferati, battesimo da sindaco. Oggi il giuramento". "Battesimo"? Provocazione voluta, dopo le polemiche sul "battesimo" laico proprio al Comune di Bologna? O prova dell'insopprimibilità - anche in chi non se lo aspetta e non lo vuole - delle "radici cristiane" negate, sottovalutate e magari irrise? Forse sì per ambedue le domande. E tu rifletti: questo ingombro "cattolico", questa "presenza cristiana" reale si mette sempre in mezzo e fa problema, non puoi non farci i conti, anche scomodi. Stesso giorno una prova, anzi tre, tutte in pagina. Prima pagina di "Europa", organo della Margherita, quindi anche dei cattolici impegnati nell'attuale opposizione: pensoso articolo di Raffaele Cananzi, cattolico e politico, "La coalizione e il limite della politica". In esso si manifesta l'urgenza di "una dinamica dialogica, tra cattolici e laici" che non mortifichi alcuno, lasciando libertà di coscienza sui temi in cui "di norma c'è stretta e diretta connessione tra visione etica e soluzione politica". La politica non è tutto, infatti. Sarebbe - è la conclusione di Cananzi - "un passo avanti, e non un passo indietro". Stessa "Europa", p. 9, il malessere di un cattolico, capogruppo della Margherita alla regione Emilia, che sul nuovo Statuto regionale condivide il parere critico dei vescovi emiliani e non approva le "reazioni scomposte" ad esso. Ebbene, stesso giorno, "Repubblica" (p. 22) titolo secco: "Fecondazione, i Ds in campo". A senso unico, i Ds come tali. Finita la libertà di coscienza? Sono vivi i "cattolici", nell'opposizione e nei Ds? Un passo indietro: davvero!
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