sabato 15 luglio 2017
Due caprioli al limite del mio prato mangiano l'erba fresca della notte appena passata. Ogni tanto alzano la testa e guardano verso la mia finestra, immagino per assicurarsi che io non scenda verso di loro. Era molto presto questa mattina quando apparve il primo chiarore dell'alba e mi venne spontaneo dire alla terra: per favore rallenta la tua corsa, aspetta un poco. Perché vuoi che tutto arrivi con tanta velocità e si consumi nel vento e nelle grida scomposte degli uomini? Perché non ci fai consumare il tempo con meno affanno e contemplare la nascita del giorno come opera di un creatore colmo di fantasia e amante della bellezza? Pochi minuti e con il suo grido di vittoria mi sembrò che il sole superato l'orizzonte, ridesse di me. Gli astronauti ci hanno parlato della bellezza del nostro mondo visto da lontano. Nessuno ha potuto ascoltare la musica che l'aria trascinata dalla velocità dovrebbe, secondo la nostra umana esperienza, lasciare dietro di sé. L'umanità va avanti nelle proprie esperienze per quella curiosità che spinge il bambino a rompere il giocattolo per capire come è fatto e lo scienziato a penetrare questo universo che sta li a guardarci senza regalarci per ora né vita, né acqua, né vento. Incapaci di accontentarci di ciò che abbiamo tra le nostre mani, ansiosi di porre alla nostra intelligenza domande che pretendono risposte siamo costretti come dannati a costruire le difficili strade tra i mondi, coscienti che nessuno della nostra generazione scoprirà qualcosa di molto diverso da ciò che la favola dei nostri nonni ci avevano raccontato. Chi vincerà? In ogni caso il tempo che non leggerà il nostro orologio, che non avrà fretta, e non perderà mai la speranza. In fondo è la speranza che ci tiene in vita quando ci racconta che avremo una vita migliore, che il lento passo dell'umanità non avrà termine. Le nostre ore pare ci sfuggano veloci, ma se abbiamo il coraggio di guardarci come gruppi umani vedremmo quanta strada abbiamo fatto. Quanto lavoro abbiamo compiuto, e anche contando le nostre guerre, come siamo stati capaci di ricostruire e di salvare la parte necessaria ai nostri popoli per non perdere la bellezza, la forza, il coraggio del nostro mondo che si è salvato dalla distruzione in questo universo così pieno di fantasia, di forza, e infine di voglia di esserci tra il rincorrersi delle stelle.
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