mercoledì 16 giugno 2004
Nella vita ci si corregge, sì - così dicono - ci si migliora, ma non si può correggere quello che si è fatto" Sì, è questo che mi sembra tanto bello nella vita: bisogna dipingere di getto. Cancellare è proibito. Dal romanzo provocatorio I sotterranei del Vaticano, pubblicato nel 1914 dallo scrittore "scandaloso" francese André Gide traggo questa osservazione del protagonista Lafcadio Wluiti. Tra parentesi, il titolo del romanzo nasce dalla falsa notizia propalata dalla setta dei "Millepiedi", secondo cui papa Leone XIII sarebbe prigioniero nei sotterranei di Castel S. Angelo e sostituito dai massoni con un sosia. Ma torniamo al nostro tema. Quante volte ci siamo morsi le dita per un gesto avventato o le labbra per una parola sbagliata: «Cosa fatta capo ha», dice il proverbio. Ormai il danno è compiuto e il correre affannosamente ai ripari magari non fa che peggiorare la situazione. La vita effettivamente non può essere riscritta due o più volte, come si fa con un libro. Una volta detta, la frase cattiva è incisa per sempre nella memoria della persona offesa. Una volta compiuta, un'azione insensata trascina con sé conseguenze che possono rovinare un'intera esistenza. E' per questo che bisogna essere sempre attenti e sorvegliati, anche se siamo continuamente costretti a dire e ad agire in fretta, specie in una società come la nostra che conosce poco la pacatezza, la riflessione, la calma. Purtroppo nella pagina della vita cancellare non è permesso. Per fortuna, però, l'errore può essere una lezione per il futuro e, per lo meno, c'è uno, Dio, che cancella per sempre le colpe «gettandole alle spalle», come dice la Bibbia, e rendendo quella pagina ancora candida ai suoi e ai nostri occhi.
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