mercoledì 4 novembre 2015
A Castione della Presolana, sui monti bergamaschi, si va a lezione dai profughi. Alcuni migranti hanno deciso di "sdebitarsi" con la comunità che li ospita organizzando un corso di lingua: gli anglofoni del Gambia insegnano inglese, gli ivoriani pensano al francese. E anche i bengalesi ci mettono del loro, provando a tradurre l'italiano nel loro idioma impossibile. «Più che una classe, è una simpatica torre di Babele dove si impara divertendosi» commenta Enrico Scandella, fondatore del Comitato per costruire l'accoglienza in Val Seriana, che sostiene l'iniziativa. L'idea è venuta a Marianna Agnelli, coordinatrice Caritas della struttura d'accoglienza di Villa Jesus: i profughi hanno accettato con entusiasmo. In cattedra salgono i più scolarizzati, che aiutano anche i compagni a migliorare le loro conoscenze linguistiche. Il corso è diretto soprattutto agli abitanti di Castione: qualcuno si è gia seduto tra i banchi, altri arriveranno presto. Non si tratta però di lezioni tradizionali, ma di incontri molto coinvolgenti. I migranti parlano della loro terra, raccontano le loro usanze e spiegano perché sono partiti. Un metodo pratico e intelligente, che sgonfia i pregiudizi e stimola la comprensione reciproca. Proprio a partire dalla conoscenza di storie vere, vissute sulla propria pelle dalle persone arrivate da lontano. «Cade lo stereotipo del profugo che resta qui a far nulla - sottolinea Scandella -. Questi ragazzi vogliono provare a restituire in qualche modo la solidarietà ricevuta». E sembra proprio che ci stiano riuscendo.
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