giovedì 16 novembre 2017
Oggi l'Assemblea plenaria del Csm ha all'ordine del giorno l'approvazione della "Circolare sull'organizzazione degli uffici di Procura", a conclusione di un lavoro che ha impegnato per molti mesi l'organo di governo autonomo della magistratura ordinaria.
Una deliberazione importante anzitutto per il tipo di atto utilizzato, appunto la circolare, secondo il Regolamento interno rivolta a dare esecuzione o interpretazione alla legge e ai regolamenti, nonché a fornire criteri di orientamento sull'esercizio delle attribuzioni e della discrezionalità del Consiglio. Dopo che la legislazione di riforma del 2006 aveva soppresso il potere del Csm di determinare criteri generali sull'organizzazione degli uffici del p.m., era stata da più parti posta in dubbio la possibilità di adottare circolari di contenuto normativo in tale materia. La circolare consiliare dimostra invece che esiste uno spazio normativo per il Consiglio.
Importante, in secondo luogo, per i contenuti, volti a contemperare (quanto a indirizzi organizzativi, assegnazioni di fascicoli, assensi, visti e revoche) la posizione istituzionale e le attribuzioni del procuratore della Repubblica con le esigenze di partecipazione e trasparenza, che si impongono con particolare forza quando si tratta di magistrati, posti in posizione di indipendenza e distinti tra loro (art. 107 Cost.) soltanto per diversità di funzioni. Certo, la giurisprudenza del giudice delle leggi riferisce le previsioni costituzionali sull'indipendenza del p.m. all'ufficio unitariamente inteso e non ad ogni singolo componente: ma i poteri gerarchici del procuratore sono conferiti per il buon funzionamento dell'ufficio stesso e la rispondenza alla domanda di giustizia.
La circolare dunque conferma e valorizza il modello italiano di magistratura, cui dall'estero si guarda con rispetto: non è un caso che il Conseil d'État d'Oltralpe abbia di recente sollevato una questione di costituzionalità sulla norma, contenuta in una legge organica del 1958, che pone i p.m. francesi sotto il controllo dei capi gerarchici e l'autorità del Guardasigilli, prospettando la possibile violazione, oltre che del principio di separazione dei poteri, anche del principio di indipendenza dell'autorità giudiziaria.
Combinare principio gerarchico e principio di coordinamento partecipato non soltanto è possibile, ma, alla luce del sistema costituzionale italiano, anche doveroso: la circolare sta a dimostrarlo e, come cittadini, non possiamo che trarre vantaggio dall'esistenza di uffici di Procura più ordinati, coesi e capaci di comportamenti omogenei sia all'interno del singolo ufficio, sia nella comparazione tra diverse Procure.
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