Il loro sangue è ancora oggi radice di profezia e speranza
martedì 30 giugno 2020
Dopo aver ricordato i santi Pietro e Paolo ieri, oggi Roma volge lo sguardo verso coloro che nel primo secolo con il loro sangue hanno posto le basi della comunità destinata a diventare punto di riferimento per il mondo intero. I Primi Martiri della Chiesa di Roma ci ricordano in particolare la forza della profezia contenuta nel Vangelo e nel suo messaggio “rivoluzionario” in grado di sovvertire ogni forma di potere esercitato con la prepotenza. Nell’anno 64 essi furono le vittime della violenza di Nerone, che addossò loro la colpa per il grande incendio di Roma. Per ordine dello stesso imperatore vennero uccisi nei modi più atroci: la loro “sconfitta” agli occhi del mondo, però, fu seme di speranza per la Chiesa nascente, e non solo per la comunità di Roma. La loro testimonianza è ancora seme di speranza. Altri santi. Sant’Adolfo di Osnabruck, vescovo (1185–1224); beato Gennaro Maria Sarnelli, religioso (1702–1744). Letture. Am 3,1–8;4,11–12; Sal 5; Mt 8,23–27. Ambrosiano. Dt 9,1–6; Sal 43 (44); Lc 7,1–10.
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