sabato 28 ottobre 2017
Preti e religione come pretesti per riempire spazi in pagina: cosa frequentissima. Ieri per esempio in prima de "La Stampa" nel "Buongiorno" di Mattia Feltri dedicato agli eccessi di tifo negli stadi leggi che «a san Siro i sostenitori dell'Inter e del Milan hanno trovato un'eccezionale occasione eucaristica (sic! ndr) che canta "napoletani ebrei stessa razza stessa fine"». Leggi, e quell'aggettivo, "eucaristica", resta appeso al nulla. Altro? A piacere. "Libero" (26/10, p. 10) annuncia che «il Papa fa concorrenza alla Gruber» perché su Tv2000 ha inizio un programma con papa Francesco che parla del «Padrenostro» e leggi che «alla radice delle sue riflessioni sono gli "Esercizi Spirituali" di sant'Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù» che raccomandava «la contemplazione del significato di ogni parola della preghiera». Benissimo, ma quel titolo? Il programma di Tv2000 comincia quando finisce Gruber: nessuna concorrenza, anzi! Ma serviva come "pretesto" per il frou frou... Qualcosa di simile, sempre 26/10, p.7, sul "Foglio": «Il Papa come Gorbaciov», ove – premesso un «Dio mi perdoni!» – leggi che pur con «buone idee» in realtà non si realizzano altro che «distruzioni, lasciando macerie ovunque»! Pretesto per la solita profezia apocalittica di chi non digerisce la realtà di Chiesa cattolica offerta da duemila anni. Un flop continuo che proprio oggi trova altri profeti che colgono il pretesto di un cinquantesimo anniversario di Chiesa per dire male, accanendosi sul vissuto della Chiesa vista come Sposa eterna e terrena di Gesù Cristo «in uscita», premurosa e fedele verso ogni periferia della realtà umana che qualcuno non è abituato a frequentare preferendo aree diverse, prestigiose e sicure, per presentarsi come vero fedele cattolico, ma peste di un modello contrario a Vangelo e Vaticano II. Gli untori falliscono sempre...
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