martedì 28 febbraio 2017
Preti. "Sole 24Ore" (26/2) "Domenicale": a p. 1 «Memorandum» del direttore Roberto Napoletano per don Bruno Scremin (+2010), «il professore e prete ribelle di Vicenza» che «si è scontrato con tutti gli apparati ecclesiastici e politici del suo tempo» e «non ha mai smarrito il senso profondo della fede e testimoniato in tutti i comportamenti l'amore per i più deboli».
Ancora: a p. 33 Nunzio Galantino - «Abitare le parole» - spiega il senso vero della «Rinuncia», «segreto della vita felice» per «sconfiggere l'ego», valido in una visione umanistica e nella luce della fede con opportuno chiarimento che toglie ogni sospetto di dolorismo masochistico. E lì sotto ancora preti: «Pirandello e la religione». Gianfranco Ravasi ricorda «La Messa di quest'anno e altre novelle di Natale» (Edb) e racconta «il controverso rapporto del grande scrittore con la fede e i sacerdoti cattolici, comunque sempre presenti nell'opera letteraria». Ancora bello! Finito?
Sarebbe meglio, ma non è così. Arriva qualcosa che per molti stride. Infatti su mezza pagina 27 leggi «Io sto con la professoressa»: Lorenzo Tomasin, «filologo e accademico», parte dalla "Lettera a una Professoressa" di don Milani e si chiede: «Ma dove ci ha portato?».
Condanna in blocco di tutto il pensiero di don Lorenzo, così dura e tagliente da includere anche evidenti malintesi che portano a squalificare il tutto preso al rovescio. Così per esempio il rifiuto «milaniano» del «me ne frego» di origine fascista induce Tomasin all'affermazione secca che quindi don Milani con la sua scuola proponeva agli alunni il passaggio da «fregati» a «freganti», perché «tertium non datur»… E no! Don Lorenzo con la parola e con la vita ha replicato fino in fondo il suo I Care («Mi sta a cuore»): l'opposto della scelta di "fregare" il prossimo! Un equivoco totale, e deliberato.
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