giovedì 27 marzo 2003
Pagine specchi: arrampicatori con scivoloni. Due generi: sinceri per poca competenza o furbi per troppa presunzione. Cominciamo dai primi. "Qualcuno ricorda il vescovo Romero?". Cosi lunedì Maurizio Chierici sull'"Unità". E l'interrogativo non retorico supponeva che non lo ricordi nessuno. Ecco dunque che arriva "l'Unità"! Al solito. Con qualche piccola imprecisione, che p. es. ripete due volte che sono passati "33 anni" dalla morte di Romero, mentre sono 23. E una grossa supponenza. Il vescovo Romero, infatti, è ricordato dalla sua Chiesa cattolica, che dal Salvador a Roma sta disponendo la sua causa di beatificazione, e che in questi giorni ha moltiplicato le celebrazioni nella sua memoria di martire della pace e del dialogo, così attuale oggi. Oscar Arnulfo Romero è vescovo e martire cattolico, profeta fedele e libero: innanzitutto lo ricorda la sua Chiesa. È bene che si muova anche "l'Unità", ma non pretenda un'esclusiva che sa di rapina. E gli arrampicatori furbi? Ieri su "Repubblica" sei colonne folgoranti: "Prudenti e schierati, i vescovi si dividono". Con apparente neutralità, al microscopio parole e gesti di cardinali e vescovi italiani al solo scopo di cogliere anche solo nelle sfumature chissà quali distanze. Anatomia di cervelli per inchiodare sul fatto gli "schierati" e i "prudenti", fino a trovarne uno con "simpatie pro Iraq". Pro Iraq? Se è pro Saddam è una bugia fetente. Se è pro popolo iracheno innocente allora è di tutti, Papa e Cei in prima fila. È così: qualcuno, pur di dir male, arriva a malignità sopraffine. A costo di scivoloni. Si sa: sugli specchi si scivola di brutto"
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